Foster Wallace, Franzen, Eugenides: mitologia di un’amicizia

Negli States non solo sanno come scrivere e vendere libri. Sanno anche come si crea un mito letterario. Gli autori di fiction diventano personaggi di un racconto collettivo, spesso enfatico, quasi sempre avvincente, orchestrato per i lettori sulle pagine delle riviste letterarie o dei domenicali. Il contrario dell’oblio nostrano.

Sul New York Magazine un buon esempio applicato a Jonathan Franzen, David Foster Wallace e Jeffrey Eugenides. Titolo: Just Kids. A firma di Evan Hughes.

Il modello applicato: l’amicizia generazionale tra scrittori. L’intento mitologizzante è quasi dichiarato. L’ispirazione è il pattern di altre grandi amicizie tra autori nella storia della letteratura americana. Ad esempio Kerouac+Ginsberg+Burroughs: quel prototipo funziona sempre. Funziona anche questa volta. Soprattutto perché non è un’invenzione che Franzen, Foster Wallace e Eugenides abbiano avuto molto in comune: l’età, una città condivisa, l’eredità letteraria dei grandi narratori postmoderni americani (da digerire e superare).

Al di là del mito in costruzione, e senza fede negli occhi che leggono, l’articolo è pieno di roba interessante. Aneddoti, tristezze, amori, ambizioni, ovviamente: la morte. Gli esordi di tre giovani autori poco meno che trentenni. La costruzione di (e il percorso in) una carriera ormai quasi ventennale. La fama. Il suicidio. Il dolore. Insomma un romanzo.

Stralcio:

“That same summer, Jonathan Franzen, also 28, was living in Jackson Heights, Queens [New York, ndr], and feeling ‘totally, totally isolated.’ The neighborhood was an immigrant jumble, and Franzen was a solemn, intellectual guy from St. Louis without much occasion to leave the house. He had gotten some attention and money for his debut novel, The Twenty-Seventh City, but the axis of the planet had not obediently shifted. He was frustrated with living in ‘shared monastic seclusion’ with his then-wife, he says, when he got a fan letter from a writer he knew of but had never read. David Foster Wallace, then 26, was having dire troubles of his own and wrote to praise what Franzen had done in a ‘freaking first novel.’ It was the first time Franzen had ever heard from a peer, he says. ‘And I was desperate for friends.’”

Quanto a Eugenides: su Themillions racconta come, quando e perché ha scritto The Marriage Plot.