
Il cucciolo già mostra l’infrangibile Wilchen. Otterrà, per spezzarlo, amore e, per deluderlo, seguito. Nelle sue parole bellezza. Carisma persino sui denti e le labbra, e dai contorni degli occhi. Dilapidare carisma. Sperperare traguardi. Fiondare orizzonti nel bosco come si perde una palla da golf. Smarrire destini politici, la rivoluzione del noi, come l’abito che l’adolescente trascura. La trasandatezza del germoglio. Il rampollo che cresce spietato. La noncuranza per quel che resta in tasca. L’imperativo di procedere, agire, convincere, decidere.
(Stati di grazia, il Saggiatore 2014, Diego Wilchen non più, p. 103).