Paride Sanchis

Donna e bambini
(foto: Archivio Storico Cgil Nazionale)

Angela cucina timballi che m’assomigliano col fatto di afflosciarsi nei giorni e marcire e per il risucchio della salsa fin troppo acquosa. Sono il naufrago del condimento. M’aggrappo alle zattere di mozzarella, alla melanzana. Navigo il sugo senz’arrivare. Affiorano capperi, olive cadavere. Io sono la foglia del basilico scheletro. Io sono unto, sgualcito, sapido e annego. Pronuncio l’addio e il buon appetito. Profetizzo il mio andare a male, coltivo il disprezzo non etico dell’insegnante che ero.

(Stati di grazia, il Saggiatore 2014, Gli ultimi giorni di Paride Sanchis, p. 15).