
Ho ricevuto questa mail da un lettore. L’ho ringraziato e gli ho chiesto il permesso di pubblicarla, omettendo il suo nome:
«Buongiorno Davide,
le scrivo per confessarle una colpa: da lettore “vorace” (è una definzione che ha senso?) non avevo ancora letto niente di suo. Male. Oggi mi sono imbattuto nell’incipit del suo ultimo lavoro, Stati di Grazia. Pura folgorazione! E’ chiaro che adesso vado subito in libreria a cercarlo, così come cercherò il libro di debutto (e che è stato letto e premiato e quindi la mia colpa cresce). Che dire? Leggere incipit di questo tipo mi permette di creare nuove connessioni o rinforarne alcune vecchie. Leggerò avidamente il suo lavoro, con quella felicità e trepidazione che si hanno di fronte a cose belle. Spero di poerle scrivere presto per raccontarle come le sue storie abitano altri corpi. Grazie, un caro saluto».