Ci sono libri da spiaggia e libri no? In spiaggia leggo bene di tutto. Il sole è un problema. E, se la spiaggia è affollata, gli altri, perché almeno un po’ devo concentrarmi. Se ci sono troppi altri non leggo e metto musica. Ci sono libri da montagna? In montagna non riuscii a leggere la biografia di Hitler di Joachim Fest. Ma non dovevo essere lì. Dovevo essere in spiaggia, in un’isola, con la ragazza diciassettenne coetanea. Ma la ragazza andò dovunque io non fossi, e io mi ritrovai in montagna, nella casa di un adulto, in una stanza con la biografia di Hitler di Joachim Fest. Pioveva molto. Avevo tempo. Eppure non mi riusciva di leggere la vita di Hitler. Era un libro enorme, pesante, perché l’avevo portato con me?, perché la ragazza non mi aveva portato con sé?, poggiavo la vita di Hitler per terra, dormivo a lungo sulla branda nella stanza, non avevo altri libri, Hitler ormai era in carcere, non andai oltre il carcere di Hitler dopo il Putsch, di sera si mangiava polenta e carne al sugo. Quasi mai leggo romanzi gialli. Ora sto sul terrazzo. Sto così, tra il rosmarino e il basilico. Dopo il black out abbiamo buttato il prezzemolo; portava sfortuna. Il bambù non sta bene, sale sbilenco, lo aggredisce zizzania. L’edera pare resistere. Ma l’edera muore spesso prima di settembre; non è mai salva prima di allora. Il rincospermo ha la forza del verde coriaceo. La fotinia si muove col vento. L’alloro è il soprammobile di sempre. Il gelsomino è il fesso di sempre, arrampicatore senza costrutto. Quattro lucertole abitano i vasi. La mimosa è in vacanza in Thailandia, tornerà l’otto marzo. Ho letto un libro che mi impedisce di dire erbacce. Solo erbe selvatiche. Ogni erba ha la sua dignità, dice il libro. Nel cuore selvatico di Roma. E poi pastasciutta, o acciughe fritte, e il gelato al limone. Il limone sta bene e saluta; gli ho tolto i polloni con le spine cattive e i rami che si spingevano dentro, mentre devono spingersi fuori, i rami, questo lo so.
