Le mille voci del Diciassette

Il vizio dell’esistenza pubblica un bel pezzo su Mio padre la rivoluzione firmato da Olga Maerna.

Qui due estratti:

“Capisci?: questa domanda del presente al passato, del tempo al tempo, è il segreto di una propulsione perfetta per una capsula del tempo all’indietro, per una lettera destinata alla rivoluzione”: meno di tre righe ci permettono di cogliere subito il cuore di questo lavoro sulla Rivoluzione russa del 1917. Mio padre la rivoluzione (minimum fax) è infatti una capsula che si sposta continuamente tra varie epoche del passato e il presente: non un romanzo, non un resoconto storico, ma un susseguirsi di episodi legati al filo rosso (mai nota cromatica fu più appropriata) della Rivoluzione 1917.

Interrogarsi sulla rivoluzione del 1917 oggi non è quindi un vezzo da professori. È l’approdo (o il punto di partenza, a seconda di come lo si veda) del tentativo di viaggiare in una capsula del tempo, di mettersi in contatto con il passato per capire meglio quanto sta succedendo ancora oggi, a distanza di cento anni. Non è detto che questo tentativo riesca, ma per fortuna ci sono ancora libri che spingono a tentare l’impresa.

QUI L’ARTICOLO INTEGRALE

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Le parole e le cose, invece, pubblica un estratto del libro e la recensione di Carlo Mazza Galanti già apparsa su Linus.