Innocenza perduta (Falcone, Borsellino)

Esclusi lutti familiari e privati, la peggior cosa che mi sia capitata nella vita sono le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Avevo 23 anni. Non ricordo di aver provato un’angoscia e un dolore maggiori. Esclusi lutti familiari e privati. La morte di quei due giudici e di chi era al loro fianco mi scaraventò per terra dal piedistallo sul quale m’ero ingenuamente avventurato, mi tolse la parola, la fiducia e la speranza.

Nel tempo che va dall’euforia per il crollo del Muro all’illusione rigeneratrice (e forse superficiale) per un ceto dirigente italiano incartapecorito che sull’asse Milano-Roma veniva spazzato via per le sue debolezze affaristiche, mentre sull’asse Roma-Palermo un drappello di giudici mostrava all’Italia che la mafia si può combattere e vincere, mi ero formato una convinzione candida che il Paese si stesse finalmente riscattando e rigenerando. Continua a leggere “Innocenza perduta (Falcone, Borsellino)”