The Daily pubblica un articolo interessante [4/12/2013: un anno fa The Daily ha chiuso. Questo pezzo non lo trovate più. Dovete accontentarvi delle briciole nel mio post] su New Directions, piccolo e storico editore d’avanguardia newyorchese in circolazione da decenni. Data di fondazione: 1936. Luogo: Harvard/la stanza di uno studente, James Laughlin, che voleva diventare poeta ma seguì invece il consiglio di Ezra Pound (“Faccia qualcosa di utile”).
Trovare nuove direzioni sembra essere l’unica missione di questa publishing house. Laughlin la spiegava citando Gertrude Stein:
“Saying, there’s this thing that happens when you read something new: A bell rings. Or like you feel the top of your head lift off. So when you feel that, that’s probably a sign that it’s a New Directions book”.
ND ha una bella collezione di premi Nobel, l’ultimo il poeta svedese Tomas Tranströmer (2011), che fa parte del suo catalogo dal 1987. Andy Warhol, quando era soltanto un ragazzo arrivato da Pittsburgh, disegnava la copertine di ND. Uno degli ultimi autori pubblicati ha ricevuto 17 rifiuti prima di essere accolto da ND. Importanti scrittori stranieri da principio sconosciuti negli Usa e a volte semisconosciuti nel resto del mondo sono finiti nel suo catalogo: Corrado Alvaro, Roberto Bolaño, Cesar Aira, Ernesto Cardenal, Dylan Thomas…
Dall’articolo:
«When F. Scott Fitzgerald’s “The Crack Up” failed to find a home anywhere else, New Directions published it. When Nathanael West’s “Miss Lonelyhearts” and “The Day of the Locusts” fell out of print, Laughlin’s house brought them back. It has been the home of Tennessee Williams, Lawrence Ferlinghetti, Anne Carson and Jorge Luis Borges and more recently produced the first English translations of Roberto Bolaño».
La regola sembra essere: se un autore è mezzo matto, pluri-rifiutato, diverso o ingiustamente dimenticato (fuori catalogo), noi ce lo prendiamo. O, più sinteticamente: mai scimmiottare i grandi editori (errore nel quale spesso i piccoli cadono).
Da ND i soldi sono sempre pochissimi, il che non ha impedito longevità e sopravvivenza. Forse perché i piccoli sono più resistenti dei grandi? L’attuale responsabile della casa editrice, Barbara Epler, al riguardo ha una teoria interessante:
“Years ago, I thought the big publishers were like dinosaurs and the smaller publishers like mammals”. “Even though we look less impressive, we might be what survives”.