Un ebreo americano nella Berlino di Hitler. La storia di Abraham Plotkin in un mio racconto sul Manifesto

Plotkin 1892-1988
Plotkin (1892-1988)

Domani (4 agosto) il manifesto pubblica un mio racconto (in versione ridotta per la stampa) (qui accanto allego la pagina, 07/08. La versione integrale del racconto si può leggere anche su Nazione Indiana, 09/09) È la storia di Abraham Plotkin, un ebreo americano, disoccupato, sindacalista che nell’inverno del 1932 andò a vivere a Berlino. Pensava di entrare nella capitale dei rossi, nella patria dello Stato sociale. Voleva apprendere e riportare un po’ di quella patria in America. Invece imparò i comizi di Goebbels, le uniformi naziste, la miopia socialdemocratica, i morti di fame di Wedding. Tenne un diario scrupoloso, pubblicato negli Usa (An American in Hitler’s Berlin. Abraham Plotkin’s Diary, 1932-33, a cura di Catherine Collomp e Bruno Groppo, University of Illinois Press, Urbana and Chicago, 2009). Testimoniò ogni giorno fino all’incendio del Reichstag, la notte del 27 febbraio ’33; la presa del potere nazista. Sperò, si spaventò, chiese. “Hitler avanza. Cosa intendete fare?” Gli rispondevano: “Non si preoccupi, è tutto sotto controllo”.

Il racconto sul Manifesto

Nelle pagine di Plotkin rivive la classe dirigente di Weimar col suo ballo spruzzato di Riesling sul Titanic. Rivivono gli ultimi giorni liberi di Berlino, in passeggiate e incontri frenetici e manifestazioni e punti interrogativi. Malato di posterità, considero la storia la concatenazione dei fatti che dovevano accadere e sono quindi accaduti. Ma nel diario di Plotkin ho incontrato il passato presente. L’ombra della storia prima che si cucinasse la pietanza ineluttabile. L’organismo del “tutto è possibile, e il contrario di tutto”. È stata un’esperienza interessante.

Il racconto è una “digestione” del diario di Plotkin. Le scene e gli aneddoti sono molti: la prostituta di Alexanderplatz, il giovane ebreo che chiede uguali diritti, il couscous politico berlinese, le conversazioni con socialisti e sindacalisti che rassicurano Plotkin: “Hitler non prenderà mai il potere”. E poi spariscono tra arresti e bavagli.

3 pensieri riguardo “Un ebreo americano nella Berlino di Hitler. La storia di Abraham Plotkin in un mio racconto sul Manifesto

I commenti sono chiusi.