L’Italia e l’Europa hanno costruito un sistema di sbarre. Le inferriate che l’Italia “offre” ai migranti possono essere zavorre smagliate e inerti, che ti portano a fondo nel mare di Sicilia. Nel divieto del soccorso. Nella criminalizzazione del rifugio. Nella disattenzione dilettante persino del controllo poliziesco prescritto. Oppure esistono sbarre possenti che non lasciano uscire. La detenzione dei Cie. Come questo qui sotto, a Ponte Galeria.
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(video di Carlo Ruggiero, rassegna.it)
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La strage di Lampedusa ci ricorda cosa esiste, oggi, in Italia. Cosa siamo con le nostre leggi sbagliate. E ci ricorda cosa dobbiamo fare. Alziamo la voce o torniamo ad alzarla; per: abrogare la legge Bossi-Fini, abolire il reato di immigrazione clandestina, uscire dall’approccio punitivo paneuropeo del Frontex.
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Questo è il manifesto dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) per riformare la legislazione sull’immigrazione:
L’ASGI ritiene doverosa e non più prorogabile una radicale riforma normativa per
1. DIVERSIFICARE E SEMPLIFICARE GLI INGRESSI.
2. INTRODURRE UN MECCANISMO DI REGOLARIZZAZIONE ORDINARIA
3. RAFFORZARE IL DIRITTO AL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
4. CHIUDERE I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE)
5. ASSICURARE L’EFFETTIVO ESERCIZIO DEL DIRITTO D’ASILO
6. ASSICURARE IL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI NON-DISCRIMINAZIONE.
7. GARANTIRE PARI ACCESSO A PRESTAZIONI SOCIALI E PUBBLICO IMPIEGO
8. TUTELARE LE VITTIME DI TRATTA E GRAVE SFRUTTAMENTO
9. GARANTIRE PROCESSI EQUI E UNITARI
10. RIFORMARE LA LEGGE SULLA CITTADINANZA E SUL DIRITTO DI VOTO
A questo link c’è il manifesto integrale, con le dieci richieste spiegate nel dettaglio.
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Questo è l’appello di Meltingpot per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo. Io l’ho firmato.
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In Italia il sindacato si muove da anni contro la legislazione repressiva del centrodestra. Sull’ultimo numero di Rassegna Sindacale (settimanale della CGIL), Pietro Soldini (Responsabile immigrazione della confederazione) scrive così:
«[…] Cosa dobbiamo chiedere all’Europa? Non certo un intervento militare a difesa delle frontiere, che oltre a non essere previsto dai trattati, sarebbe assolutamente sbagliato; bensì corridoi umanitari e una flotta civile per rendere sicura e legale la navigazione degli immigrati affinché cessino le tragedie nel Mediterraneo. Non solo. Il sostegno a un Piano nazionale per l’accoglienza che sia strutturato e garantisca gli standard di protezione previsti dalla norme internazionali, dove l’Italia deve fare la sua parte e l’Europa deve fare altrettanto, con finanziamenti adeguati e la consapevolezza reciproca che si tratta di un tassello importante e strategico di un sistema di accoglienza ed essenziale per un governo efficace del fenomeno migratorio europeo.
Oggi un sistema d’accoglienza non c’è. Siamo invece in presenza di una situazione di emergenza, improvvisazione, inadeguatezza dei centri, gestioni disomogenee e improprie, assenza di strutture, infrastrutture e personale specializzato. L’unico esempio positivo, ma assolutamente insufficiente è dato dallo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che coinvolge 130 Comuni volontari coordinati dall’Anci e le associazioni umanitarie. Da qui bisogna partire per estendere questa rete con tanti Comuni e altrettanti centri di accoglienza di piccole dimensioni che garantiscono una gestione più efficace e un impatto meno invasivo, che siano diffusi e distribuiti sul territorio: questa è la sfida per l’Italia e per l’Europa».
Quanto a me, non voglio invecchiare in un Paese che partorisce Cie e naufragi mortiferi. Voglio tornare ad essere umano.
2 pensieri riguardo “Facciamo una rivoluzione: dal sistema delle sbarre al sistema dell’accoglienza”
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