Dopo l’intervista a Mario De Santis su Radio Capital (3 aprile 2014), Soulfood pubblica una bella recensione di Stati di grazia.
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Questo è l’audio dell’intervista:
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Qui, invece, la recensione scritta da De Santis:
«Né sommersi, né salvati, né desaparecidos né eroi. Tutti i personaggi che percorrono la parabola del romanzo (o diario di biografie immaginate) “Stati di grazia” (il Saggiatore ) di Davide Orecchio, sono impalpabili come statue di cenere, polvere di macerie che la storia non accumula per una sua redenzione futura, come sognava Benjamin, ma che è solo la traccia di una disseminazione inutile che non troverà mai riparo, né patria, se non per temporanei accidenti.
E allora a questi personaggi estremi perdenti della storia resta un’unica speranza minima, quella che si possa da qualche parte ritrovare e raccogliere la loro voce, come si raccoglie polvere da una casa per capire come ha vissuto che l’ha abitata. Come a volte emerge la voce di un conoscente o di uno sconosciuto meglio, dallo sfarfallio frammentato di un pugno di lettere ritrovate, da pagine di un diario. Da quelle incerte scritture, specie se private, intime labirintiche, allusive, l’Invisibile Persona – ovvero tutti noi – che ha abitato i giorni e dunque la Grande Storia e da quella è stato però con crudeltà cancellato – come Leopardi credeva accadesse solo con la Natura, guardando i cadaveri petrosi e i resti calcinosi di Pompei – riemerge.
Riemerge l’invisibile tutti-Noi per ombre, per scosse, per grida soffocate, per lacrime, per aloni di quelle, più versate che dette, più versate che scritte. Sono le nostre, e sono qui, nello specifico narrato da orecchio, quelle di personaggi che si muovo tra la Sicilia degli anni 50, l’Argentina della dittatura e la Roma del post Storia che va dal crollo del muro ai nostri giorni, fino ad approdare di nuovo in Sicilia».