Su Alias del 27 aprile Angelo Ferracuti dedica a Stati di grazia un articolo bello e (per me molto) importante:

«… Quello che colpisce in questo libro, oltre al complesso montaggio dei materiali narrativi, la cui appendice rende merito di una bibliografia presunta, riguarda i molti registri e variazioni timbriche, una visione corale polifonica.
La lingua è molto elaborata, frutto di un lavoro, di una ricerca letteraria assai rari negli scrittori della generazione di Orecchio: sempre densa, ricca, piena di simboli, ma anche corporale, sensoriale, fatta di odori e sapori…»

