« (…) Basterebbe avere il coraggio di farlo, per comprendere che in fondo con gli strumenti che il presente ci impone è ancora possibile oltrepassare l’unidimensionalità del presente per dirla alla Herbert Marcuse (…) ».
Segnalo un bel post su Mio padre la rivoluzione pubblicato da Marco Incardona su Il tempo di Dioniso.
Nell’anno della ricorrenza del Centesimo Anniversario della Rivoluzione di Ottobre, c’era certamente da aspettarsi un numero copioso di uscite editoriali sull’argomento, più o meno scaltre, più o meno spudoratamente celebrative, ovviamente nel bene e nel male.
Non c’era invece da aspettarsi, o meglio, c’era forse da augurarsi un libro come Mio padre la rivoluzione di Davide Orecchio, edito dalla Minimum fax nel 2017. Un libro che non ti aspetti perché un libro che raccoglie la sfida, che consapevole dell’assoluta spinosità dell’argomento, non si adagia nei facili leitmotiv pseudo-storici e pseudo-politici che abbiamo come tanti pachidermi depensanti digerito negli ultimi trent’anni.
Abbiamo molte ragioni, etiche ed estetiche, che ci spingono a occuparci della rivoluzione. E molti vincoli che ci trattengono (milioni di morti, soprusi ideologici, tragedie storiche). È davvero un ircocervo, un essere che dissimula le proprie nature. Il nostro compito è rimanere onesti e studiare.