È nella prima parte dell’autobiografia, quella dedicata all’infanzia trascorsa in Bulgaria, sulle rive del Danubio, che Elias Canetti ricorda le festività ebraiche, soprattutto Purim e Pessach, con i loro riti, la loro allegria, la loro austerità e i loro cibi stabiliti. Purim «era una festa che commemorava gioiosamente la liberazione degli ebrei da Hamàn, il malvagio persecutore […] I grandi si travestivano e uscivano, e dalla strada si udiva un gran vociare; in casa comparivano le maschere, io non sapevo chi fossero, era proprio come nelle fiabe».
La festa di Pessach (la Pasqua) è preceduta da giorni e giorni di grandi pulizie e preparativi. «Si veniva continuamente messi in disparte o mandati via, e anche in cucina, dove si preparavano cose interessantissime, si poteva tutt’al più gettare una rapida occhiata. La cosa che mi piaceva erano le uova scure, fatte bollire per intere giornate nel caffè». Poi la cena con le preghiere, il racconto dell’esodo dall’Egitto, le domande rivolte da più giovane della famiglia sul significato dei preparativi, «il pane non lievitato, le erbe amare e tutte le altre cose inconsuete che si trovano sulla tavola».
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SALAME DI SPINACI, Bulgaria 1910.
Ingredienti
Pasta:
2 uova
200 grammi di farina
Ripieno:
un chilo di spinaci
150 grammi di burro
300 grammi di ricotta
100 grammi di formaggio grattugiato
mezzo cucchiaino di noce moscata grattugiata
sale, pepe