Sabato scorso sono partito per Lecce, in automobile dal Lazio. Andavo a ritirare il premio della rivista “Gli asini”. Sono andato ad ascoltare Goffredo Fofi e, tra gli altri, gli storici Bruno Maida e Enzo Traverso, e a spiegare qualcosa di quello che scrivo. Nelle terre di Alessandro Leogrande, tra i suoi amici della rivista, che lo hanno spesso citato, evocato, commuovendosi, per tenerlo ancora presente nello spirito del lavoro, della ricerca, del cammino di un gruppo e di una comunità di persone.
Per arrivare a Lecce ho fatto le autostrade, le superstrade, le strade tra i monti e le litoranee. Nel giorno dell'”esodo”. Poi sono tornato. Un 900 chilometri. Non guidavo così a lungo da anni. Su quelle strade, negli stessi giorni, sono morti prima quattro braccianti del caporalato italiano, poi altri dodici migranti, braccianti del caporalato italiano; stivati nel camion come mezzi di produzione, forza lavoro disumanizzata. Un tir contro un furgone, e la morte. Ennesime vittime di uno sfruttamento che Leogrande ha denunciato in tanti suoi articoli e libri, a cominciare da Uomini e caporali.
Qualche centinaio di chilometri più sopra, l’apocalisse di Bologna: ho letto la notizia mentre mangiavo un panino in un bar, sull’autostrada dell’Irpinia.
Uscendo dal bar ho visto uno slogan e l’ho fotografato: “Sei in un paese meraviglioso”.
Poi, con molti dubbi e più certezze ancora, sono ripartito.








Il Premio degli Asini
«Il premio è nato nel 1992 su ideazione di Goffredo Fofi e ha attraversato nel tempo l’esistenza di quattro riviste: “Linea d’ombra”, “La terra vista dalla luna”, “Lo Straniero” e infine “Gli asini”. Il premio originariamente aveva il nome “Scommesse sul futuro” e veniva assegnato a nuove realtà e a giovani artisti, ma in seguito si è trasformato in un riconoscimento volto a tracciare una mappatura di giovani talenti e dei grandi vecchi nel tentativo di stabilire un’area di resistenti a una visione omologante della cultura. A questo proposito viene nominata annualmente una giuria che si occupa di indicare personalità, figure, artisti, associazioni ed enti che si sono distinte nel loro campo per quello che la rivista stessa definisce una particolare “filosofia asinina”, ossia una particolare testardaggine nello sviluppo dei progetti nei rispettivi campi di appartenenza».