Stati di grazia libro del mese su Blow Up.

Blow Up. di maggio 2014 pubblica una lunga recensione firmata da Fabio Donalisio.

Blow Up

«… la lingua di questo libro è una piacevole guerra. Orecchio, posseduto dalle ombre del ricordo altrui, spinge il linguaggio verso i propri limiti. Ne spappola la sintassi, include dialetti e foresti, neologizza e storpia (…). Salta dunque ogni mimesi linguistica, e le parole, più tentano di adeguarsi al documento, più ne diventano altro, più si avvicinano a quello stato di grazia, l’asintoto della scrittura perfetta, capace di essere compiutamente realtà…»

blow Up

«… questo è un libro che ricerca la grazia, che ha il coraggio di avere una rotta, ed è scritto da una delle penne più interessanti lette in questi anni. Era ora che sulle ceneri della città del romanzo, distrutto per usura e coazione a ripetere, si alzasse un po’ di vento».

Su “404: file not found”

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404: file not found pubblica una bella recensione a Stati di grazia, firmata da Silvia Costantino. Qui uno stralcio:

«è un romanzo vorace, che continuamente mastica tratti di realtà e la risputa nella forma più dolorosa possibile, e ci aggiunge di volta in volta pezzi di realtà ulteriore, momenti scatenanti che aprono squarci e varchi, e più che illuminare folgorano, in modo talvolta crudele (…) È una trama immane, basata però su una struttura semplicissima, come si diceva fatta di rimandi e echi che riverberano nelle storie e, soprattutto, nella lingua. Gli scrittori capaci di tale potenza icastica, in Italia, sono pochi, gli scrittori capaci di scrivere una pagina intera di elenco senza perdere un grammo di forza sono forse ancora meno. Quello che sconvolge, del romanzo di Davide Orecchio e della sua lingua, è che c’è tutto».

Qui l’articolo integrale.

Su Doppiozero

Su Doppiozero è uscita una segnalazione di Stati di grazia, a firma di Astrea e Céladon.

doppiozero

«Lavora di alternanze la scrittura di Davide Orecchio, ora leggera quasi impalpabile, ora densa e struggente. Un romanzo, Stati di grazia, fatto da mille rivoli relazionali, da storie alternate e multiple che più che intrecciarsi si sovrappongono in un continuo dosaggio d’intensità. Non c’è fiato, non c’è spazio per la fuga: Orecchio, al suo primo romanzo, contiene in questa macchina felice le storie dei suoi protagonisti in un viaggio attraverso la Sicilia degli anni Cinquanta fino alla violenza della dittatura Argentina. Rischioso e affascinante proprio perché fortemente letterario, Stati di grazia si pone al centro della narrativa italiana contemporanea con tutto il suo imprevedibile equilibrio danzante di parole e storie le une sempre intrise nelle altre, nulla può essere lasciato per strada, perché nulla è prevedibile come la vita di Paride Sanchis giovane maestro elementare.

(…)

Storia di un Novecento possente e trascinante, Stati di grazia ha la volubilità di un tempo psichico indecifrabile e frastagliato, agitato e mosso, un tempo tanto rabbioso quanto contenuto, delicato. Davide Orecchio convince con un romanzo che fa a meno dei cliché postmoderni per lavorare di forbici e territorio, raccontando una delle miriadi di storie italiane del Novecento attraverso la sensibilità della nostra epoca – sempre veloce – e con l’ausilio del corpo vivo di mille altre piccole storie mai minori.»