«Di libro in libro, Arlette Farge invita i suoi lettori a ricomporre, traendoli dagli archivi polizieschi e giudiziari dell’Ancién Régime, i frammenti d’esistenza di coloro, uomini e donne, che sono stati arrestati, interrogati, condannati.
Nel “Braccialetto di pergamena” le tracce di vite spesso dolorose sono corpi morti, quelli di esseri vulnerabili che il trapasso ha sorpreso sulle strade o sui fiumi nei pressi di Parigi. Per ogni cadavere scoperto devono essere stilati, da parte degli addetti nominati dalle autorità, una descrizione del defunto e un inventario di ciò che quest’ultimo portava addosso.
Tra questi oggetti gli scritti sono numerosi, diversi, molto vari per origine e utilizzazione. Sono queste parole senza linguaggio, questi “testimoni delle possibilità infinite dello scritto” che Arlette Farge legge per noi, con noi – probabilmente per la prima volta, da quando i cancellieri del secolo XVIII li hanno registrati. Continua a leggere “Il braccialetto di pergamena”