A Perugia porto sempre la pioggia

E’ vero. O è la pioggia che porta me. Venni nel 2000 per ascoltare Keith Jarrett e trovai il diluvio. Era estate, si moriva di freddo, Jarrett suonò con una stufa accanto. Anche oggi ha piovuto. Ma la presentazione di Città distrutte, ospite del Circolo dei lettori, è andata bene. La sala era piena nonostante il diluvio. Più di questo alle persone non si può chiedere. Anzi bisogna solo ringraziare. Giovanni Dozzini è davvero in gamba. Mi ha fatto belle domande e io non so se ho dato risposte all’altezza. Ho provato a spiegare l’origine di questo strano libro.

La prima biografia, sei anni fa, uscita su Nuovi Argomenti. Le altre che scrissi. La parodia, nello stile e nel racconto, della mia formazione di storico. L’archeologia familiare: la falsa biografia di mio padre, la falsa biografia di mia madre. Humboldt e Tarkovskij. Abbiamo parlato anche del futuro: cosa dovrei scrivere adesso? Cosa potrebbero chiedermi di scrivere? Cosa sono in grado di scrivere? Una persona mi ha chiesto di non essere autoreferenziale e di spiegarle qual è la funzione sociale che attribuisco alla mia scrittura, in un’epoca in cui tutti scrivono e pochi leggono. Domanda difficile, buio nella mente, ma ho ricordato una cosa che disse Massimo Onofri da Marzullo (è vero!), ossia che lui si considera un ecologista culturale, uno che difende e preserva la bellezza del paesaggio culturale. E ho pensato e risposto che chi scrive non può che avere l’ambizione di stare in quel paesaggio, la bellezza, magari non per sempre, magari con alti e bassi; un’ambizione, non un risultato.

Un’altra persona (Adriana) mi ha chiesto di convincerla a leggere Città distrutte. “Perché dovrei comprare il tuo libro? Spiegamelo.” Ma questo, convincerti, io non posso farlo. Bisogna che ti convinca qualcuno di cui ti fidi. Un amico, come Francesco che mi ha fatto scoprire tanti scrittori. O un critico, come Claudio Magris che nei suoi libri e articoli ha consigliato un sacco di opere e, quasi tutte, mi hanno cambiato la vita. Se qualcuno un giorno consiglierà Città distrutte a qualcun altro, io non avrò più nulla da desiderare.

P.S.: grazie di cuore a Fabrizio Ricci, Alessandra Cianetti e ancora Giovanni Dozzini per aver pensato e realizzato l’iniziativa.