Mentre scrivevo la “Rivendicazione di Matilde Famularo” (uscita su Nuovi Argomenti nel 2009) non sapevo, non immaginavo che un giorno la lingua italiana della storia avrebbe traslocato dalla forma di una zucca a quella di una carrozza inglese. Ma è successo, grazie a The American Reader che ha pubblicato il racconto negli Stati Uniti (su carta, nel numero di febbraio-marzo 2013, e su web) e a Allison Grimaldi-Donahue che l’ha tradotto così bene.
Tutto è cominciato con una mail di fine anno, ricevuta il 30 12 12 da Elianna Kan, Senior Editor dell’American Reader. Elianna mi offriva una pubblicazione su questa nuova rivista letteraria di New York, e io ho proposto subito il testo di Matilde Famularo (la biografia d’invenzione di una poetessa siciliana che emigra in Argentina, dove partecipa alla lotta armata contro la dittatura).
Non conoscevo AR. Mi sono informato e ho scoperto che si tratta di una rivista giovanissima anche nel suo gruppo redazionale, visto che la dirige una letterata di 25 anni, Uzoamaka Maduka, che sta facendo parlare molto di sé.
Ho letto quest’articolo del Guardian:
«The newest title to generate heat is the American Reader, which has already been hailed as “the New Yorker’s younger, cooler sister”. But, as founder Uzoamaka Maduka points out, she and her peers constitute “one big community”».
Quest’articolo del New York Times:
«As the editor of the fledgling literary journal, The American Reader, Uzoamaka Maduka, a 25-year-old Princeton graduate, is proof that even in this iPhone age, some paper-based dreams have not died: bright young things, it seems, are still coming to New York, smoking too much and starting perfect-bound literary journals».
E questo del Sole 24 Ore:
«Uscita da Princeton con il suo compagno, Jac Mullen, questa 25enne che gli amici chiamano Max per brevità, si è ritagliata uno spazio originale tra le molte testate indipendenti che testimoniano, tuttavia, di un panorama effervescente».
Quanto a me, con Allison ed Elianna è iniziato un carteggio che ha fruttato in tempi rapidi il testo tradotto. Poi Allison l’ho anche conosciuta, perché è americana ma vive in Italia e un giorno è venuta a trovarmi a Roma, nel quartiere dove lavoro, tra San Lorenzo e la stazione Termini. E abbiamo condiviso un pranzo a base di pizza, gallinella e gusti letterari.
Il testo è trasfigurato: quando Matilde e suo marito «atterrano a Ezeiza», «escono dall’aeroporto» e «il freddo parla un’altra lingua e piove», improvvisamente «they get on a bus. The journey takes them off onto a dirt road, past couplings of shacks».
E, nel momento della morte, Matilde non s’accontenta più del «frastuono delle armi» e delle «urla dei compagni», perché «a fossil was once a living creature and its last minute is forever in stone. Like this Matilde’s end is embedded in a scribble».
Così Matilde diventò Cenerentola.
And she died happily ever after.
non esageriamo 😉
Un inchino 🙂