Ho visto WATT 3,14

Al Salone del libro di Torino ho visto WATT 3,14, l’ultima creatura partorita da Ifix e Oblique. E’ il terzo numero di WATT. Contiene racconti di Matteo Nucci, Alessandra Sarchi, Francesco Targhetta e molti altri (tra cui il sottoscritto). Illustrazioni di Pier Franco Brandimarte, Ilaria Demonti, Enrico D’Elia e molti altri. Sul blog Via dei Serpenti si trova qualche informazione in più. Ma a breve il sito di WATT pubblicherà l’indice completo degli autori e illustratori.

WATT

Perché 3,14 e non, semplicemente, 3? Perché è un volume dedicato alla Grecia antica. Perché, dunque, è Π, PI greco, 3,14. Senza alternativa. I curatori (Leonardo Luccone e Maurizio Ceccato) hanno chiesto a illustratori e autori un dialogo tra immagini e storie legate ai miti greci.

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Su WATT c’è anche un mio racconto. S’intitola Contro nessuno ed è l’illustrazione (il tentativo di un’illustrazione) del ritorno di Ulisse dal punto di vista di Telemaco. Un Ulisse violento, tutto vincitori e vinti, industrialista. Un Telemaco mite, solidale, postindustriale ed ecologico. Ma Itaca è solo una. Non c’è posto per due. Le tavole sono opera di Riccardo Fabiani. Qui un breve estratto, anzi uno squarcio del racconto:

«Spesso ha sognato il suo ritorno. La restituzione di ogni cosa masticata da lui, il figlio che si credeva orfano. Gli abiti nella muffa. I mobili ridipinti. Il governo riformato. La reggia occupata. I nuovi libri. Le nuove alleanze. La cartapecora dei vecchi libri. Le alleanze consumate. Le scarpe bucate dai pollici. I lacci dissipati. La sfortuna cambiata in fortuna. Il lavoro del popolo ristrutturato in contemplazione. L’operosità convertita in filosofia. Le ricchezze sottratte ai patrizi, distribuite. Il dolore dell’orfano e della vedova rigurgitato, dopo il falso sedimento degli anni, nel senso di colpa per non essere più dolore ma appena memoria. Le stecche di sigarette di carta azzurra e oro. I pomeriggi al cospetto del mare. Il petto glabro. Lo stomaco sporgente del re afflitto dall’ulcera. Lo sguardo pronto a cattiverie. Lo sguardo pronto a bontà. Ha sognato il ritorno del padre e la resa del maltolto, ma la ruminazione dell’isola non può retrocedere, la ricostituzione dell’isola non vuole essere disgregata, la destituzione del regno è allergica al resuscitato re e nel sogno il figlio arrossiva, si vergognava, cercava il risveglio».

Il resto sta su WATT 3,14. Senza alternativa.

Con Maurizio Ceccato
Con Maurizio Ceccato

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