Le mie vacanze

Quest’estate il mio papà mi ha portato a vedere la natura e mi è piaciuta molto. Abbiamo incontrato i maiali selvatici. Il signore del parco diceva che sono pericolosi e di stare lontani. Ma il mio papà non ha mica paura e mi ha portato vicino ai maiali selvatici e me ne ha fatto accarezzare uno. Poi siamo andati sulla roccia sul mare. La roccia era alta e finiva su altre rocce e sul mare. Il signore del parco ha detto di non sporgersi troppo e di non arrivare fino alla fine perché la roccia è pericolosa e si può cadere. Ma il mio papà ha coraggio e mi ha portato fino alla fine della roccia e mi ha fatto una foto. Stavo proprio in punta e tirava tanto vento e mi sono dovuto aggrappare alla roccia.

Poi sono andato in vacanza con mamma e le ho raccontato cosa ho fatto con papà e non era contenta e storceva la bocca. Ha detto mamma che devo stare tranquillo così siamo andati in pensione con le cugine. La cosa bella è che mamma ha disobbedito al medico che dice che ho le cosce grasse e la pancia e devo stare a dieta anche in vacanza. Grazie mamma però che mi hai fatto mangiare. Ho mangiato tanto in questa vacanza. Le melanzane fritte, il timballo al gratin, la cotoletta e le patate fritte. A colazione mamma mi portava il cornetto col cioccolato. A pranzo ci teneva che mangiavo il primo, il secondo e doppia razione di torta. A cena ordinava apposta per me altra pasta, la carne e il gelato. E mi guardava mangiare e le luccicavano gli occhi.

Una notte ho sognato il medico che scuoteva la testa e faceva segno di no. Poi mi sono svegliato e ho pensato che a settembre dovrò tornare dal medico che mi peserà e farà no con la testa. Ma ho pensato anche chi se ne importa, la vacanza è vacanza, soprattutto se la passi felice con due genitori fantastici come il mio papà e la mia mamma. Adesso però sono tanto triste perché è tutto finito.

Primo settembre 1915

Il primo settembre del mille novecento quindici, novantotto anni fa, nella casa del capostazione di Enna nasceva il decimo figlio del capostazione; nasceva mio padre. Qui, da Città distrutte, la pagina che racconta la nascita di Pietro Migliorisi con parole mie e parole di mio padre, con parole (forse) del mondo:

Estratto dalla mammana l’ultimo giorno di agosto e in coda a nove tra fratelli e sorelle strilla nel fischio dei treni ma nessuno lo sente a seicento metri sul mare in un posto che è Sicilia senza sembrare, terra di nebbie e cucuzzi, di geli notturni, dove l’inverno è inverno – Castrogiovanni (oggi invece si chiama Enna). Ha l’aspetto di un ragno perché si contorce nel nero dell’amniotico. Sul piede destro indice e medio sono appiccicati. Sul pene il prepuzio è otturato. Per «togliere il tappo» la comare usa «uno spillo» e le orina sul viso un bambino che «solo a vederlo fa cilecca», «misero e rincagnato», «sghembo di collo, camuso il naso». Il padre capostazione lo «scruta acidamente» e dice: «Ecco, è difetto di spacchio», «ma è colpa mia, l’ho fatto vecchio».