D. «Allora, è soddisfatto?»
H. «Direi proprio di sì. Me la sono sudata, ma alla fine il successo è arrivato».
D. «C’è voluto molto?»
H. «Guardi. Vent’anni fa ero un tasto inutile, in fondo a destra sul display del telefono. Buono solo a replicare chiamate…»
D. «E oggi?»
H. «E oggi sono il re della comunicazione».
D. «Esagerato!»
H. «Non sono io a dirlo. S’informi in giro».
D. «Già fatto, non si preoccupi. Progetti per il futuro?»
H. «Un tasto tutto per me. Questa storia del “Ctrl + Alt + à” deve finire. È una vergogna. Ho lanciato una petizione online. Mi raccomando, lo scriva».
D. «L’hanno paragonata alla Chiocciola. Come sono i rapporti tra voi? C’è rivalità?»
H. «Assolutamente no! Stimo molto @. Le siamo tutti debitori. Ma io…»
D. «Ma lei?»
H. «Io credo che durerò più a lungo».
D. «Qualcos’altro da aggiungere?»
H. «Sì: non chiamatemi più “Cancelletto”. Lo scriva».
D. «D’accordo. “Cancelletto” no more».
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+++ Da: «Non chiamatemi più Cancelletto. Intervista all’Hashtag», novembre 2014 +++
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D. «Ormai ha raggiunto la mezz’età. Qualche bilancio?»
H. «Sono nato in un’epoca che aveva gran varietà di “-ismi” e due soli modelli di telefono (col filo, senza filo). Mi ritrovo in un’epoca che ha gran varietà di telefoni e due soli modelli di “-ismo” (populismo, neoliberismo)».
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+++ Intervista all’Hashtag, parte 2 +++