In Italia 25mila persone, attraverso un sito web, descrivono terremoti. Compilano questionari. Alcune di loro rendicontano la paura, le sensazioni che hanno provato, l’intensità delle oscillazioni sismiche, gli effetti sulle case che abitano. I racconti si sedimentano in un archivio digitale che va oltre la sismologia, si fa memoria e fonte dei sismi.
Pochi mesi fa, dopo una presentazione in una libreria, mi si accostò un signore e mi disse:
«Sa, io sono un geologo, e insieme ad altri ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia mi occupo di un sito: Hai sentito il terremoto».
Gli chiesi di spiegarmi meglio. Cos’era questo sito, e cos’aveva di interessante?
«Raccogliamo testimonianze e informazioni sui terremoti che avvengono. Ci scrivono migliaia di persone. Da qualche tempo abbiamo aperto un’area di compilazione libera. E le persone si sono messe a raccontare».
Il geologo (che si chiama Valerio De Rubeis) mi invitò a leggere quei testi. Andai a trovarlo. Lui e i suoi colleghi mi spiegarono il lavoro, la ricerca. Appresi le storie e ora le racconto su pagina99 in edicola questa settimana (da sabato 16 a venerdì 22 gennaio).