
«Quindi, ventesimo giorno dell’insurrezione. Siamo nel nuovo rifugio, ai piedi dei pilastri. In tempo di guerra c’è quasi sempre un ritorno al matriarcato. Figurarsi con questa guerra. E figurarsi con questo scendere sempre più giù, sotto Varsavia (in questo formicaio rifugesco), con quest’insurrezione. Fu un ritorno-esplosione. Di matriarcato. Cantinesco? Cavernicolo? Che differenza fa. Mucchi di persone. Comandano le madri. Starsene sotto terra. Non ti scoprire! Non farti vedere! Pericolo di morte. Sempre. Anche a non farti vedere. E tutto questo cavarsela. Un bene che abbiano inventato il carburo e le lampade a carburo e le candele. E anche le galline spennate, per i piumini. Armi appena un po’ meglio di quelle delle caverne. Ma mica tanto. E rare. Per gli eletti. Scorte di pappa. Che diminuivano, però, fino a scomparire.
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