Quando sono uscito dalla mostra, ho aperto Twitter e la prima notizia che mi è apparsa è stata una brutta notizia: Alasdair Gray era morto. Era un grande scrittore. Avevo appena toccato l’edizione inglese del suo libro più famoso. Era come se avessi toccato lui stesso, che però non c’era più. Sono tornato nella libreria del museo, ho ripreso Lanark e ho ripreso a sfogliarlo. Un omaggio, come accendere una candela o depositare un fiore
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Il futuro delle città è la sicura decadenza
«Nella vita delle città, come in quella degli uomini, vi sono alcune ore di pienezza sepolte poi sotto la cenere. La Cordova degli omayyadi prosperò per poi perire, si fece grande e potente per essere poi desolata»
Ognuno avrebbe potuto diventare un altro
La biografia deve «rappresentare l’individuo nei rapporti col suo tempo, e mostrare dove il tutto gli si opponga, dove lo favorisca, come egli ne abbia tratto una visione del mondo e dell’umanità, e come, se è artista, poeta, letterato, lo rifletta a sua volta. Ma per questo occorre qualcosa di pressoché irraggiungibile, cioè che l’individuo conosca se stesso e il proprio secolo…
Raccontare ai bambini l’alzheimer
Nessuna malattia è tollerabile. Ogni malattia fa arrabbiare. Se provi a raccontare la malattia, finisci col raccontare la tua rabbia. Ma, quando racconti a un bambino, non puoi. Come racconti la malattia a un bambino? Gli alunni di una scuola elementare hanno letto una favola sull’alzheimer. Questo è il risultato del loro lavoro
Se la storia è, come sembra, un genere letterario…
«Si la historia es – como parece – otro de los géneros literarios, ¿por qué privarla de la imaginación, el desatino, la indelicadeza, la exageración y la derrota que son la materia prima sin la qual no se concibe la literatura?». «¿Alguien puede embalsamar una vida? ¿No es ya suficiente castigo ponerla bajo el sol y en esa luz terrible comenzar a contarla?». Tomás Eloy Martínez, Santa Evita