Ci sono cascato anch’io. Spero mi perdonerete la presunzione. Segnalo i volumi qui sotto, in ordine casuale e non classificatorio.
Natascha Wodin, «Veniva da Mariupol», L’Orma.
→ → → Romanzo-ricerca sul passato. Epopea di una famiglia di origini ucraine prima incenerita dal regime sovietico, poi ridotta in schiavitù, insieme a migliaia di “Ostarbeiter”, nei lager nazisti. È la famiglia della scrittrice. Sua madre, suo padre; e poi, lasciati indietro: cugine, zie, nonni… Dagli archivi di internet affiorano storie, fotografie, diari, persone ritrovate. Una “quest” digitale. Un inseguimento del Tempo Perduto. Fino a recuperare la vita di una madre troppo fragile per sopravvivere al peso di questa Storia.←←←
Rachel Cusk, «Resoconto», Einaudi.
→ → → Straordinario antiromanzo. Sembra aver preso in diretta la vita. Come un registratore acceso mentre le cose accadono, le persone parlano e raccontano. Letteratura che si esercita sulla memoria, su quanto si perde e quello che si trattiene. Un libro che mostra nuove strade.←←←
Mark O’Connell, «Essere una macchina», Adelphi.
→ → → Inchiesta su transumanesimo e postumano. Tra mistica e scienza, religione e medicina. Consigliato a chi voglia farsi un’idea del futuro. E del presente. Si incontrano personaggi indimenticabili. Molto diversi tra loro. Scienziati e mistici. Anche ciarlatani. Ma tutti hanno in comune una cosa: la morte li fa incazzare.←←←
Lisa Ginzburg, «Pura invenzione», Marsilio.
→ → → Dialogo partecipe col Frankenstein di Mary Shelley. Sintonia profonda con l’altro: l’altra autrice, l’altra opera. Sembrerebbe il risultato di una compagnia durata una vita. Insomma un libro che c’era da sempre, che non è neanche un libro ma una presenza. Ginzburg trova connessioni e “luci” dove nessuno di noi le cercherebbe: tra creature che divengono mostri, figli mancati e padri che falliscono.←←←
Antonio Scurati, «M – Il figlio del secolo», Bompiani.
→ → → Impressionante cronaca dell’esordio fascista, scritta cento anni dopo. Una ricerca e una documentazione notevoli, da maratona, sboccano in una prosa da centometrista. A riportare in vita il passato, e a tenere insieme una moltitudine di personaggi ed eventi, viene in soccorso la velocità dello stile. Una ragione (tra le tante) per leggerlo? L’educazione civica sulla nostra storia cui tutti dovremmo essere tenuti.←←←
Valentina Parisi, «Guida alla Mosca ribelle», Voland.
→ → → Un viaggio nella città e nei luoghi della contestazione. Dall’Ottocento a oggi. Dai decabristi a Limonov. Dagli zar a Putin. Da leggere anche se non si ha una visita a Mosca in programma. Ma se la si ha: libro inevitabile.←←←
William T. Vollmann, «I fucili», minimum fax.
→ → → Vollmann si prende e si legge. Per forza. Stop.←←←