Ho sognato che stavo a New York anni 80. Forse Hell’s Kitchen. Alle prese con un gruppo di teppisti. Dalla mia stanza, scostando la tenda, li vedo che provano a rubare un’auto. Vedo un messicano enorme: gli faccio cenno di andarsene. Poi per la follia del sogno esco in strada e loro m’inseguono. Il messicano mi blocca da dietro e solleva. Di fronte, un nero o portoricano mi riempe di pugni. Arriva la polizia e spara al capo, Peter Falk giovane, molto giovane, che muore dissanguato in un sottoscala piangendo e chiamando la fidanzata. Lo so, non è un sogno politically correct, ma ieri ho mangiato pesante.
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Sogni
La vita passata, i cari estinti, gli amici evaporati dei quali pensavi di poter dire, felicemente o a malincuore, “è tutto finito”, rigurgitano sempre nei sogni. Così la veglia è il riposo dal sogno.
Woodstock a Stromboli
Ho sognato di organizzare Woodstock a Stromboli. Una folla di giovani occupa la spiaggia di Ficogrande. Il palco dà le spalle a Piscità e sulla sinistra ha il mare. Sebbene abbia organizzato il concerto, mi tengo in disparte, ai limiti della spiaggia, già quasi sulla strada. Per intenderci: vicino ai locali della vecchia Proloco. Una ragazza tira una canoa da irochese in mezzo ai corpi sdraiati sulla sabbia nera.
A questa visione ne alterno una dall’alto, consentita dalla diretta video di RadioArticolo1: un’onda di ragazzi si tuffa in acqua e poi risale sulla spiaggia, tornando ad ascoltare il concerto. Ha il movimento di uno stormo sincronizzato.
Tutti sembrano felici. I gabbiani volano in aria.
La pietra pomice galleggia nell’acqua. Il vecchio molo riposa nelle sue ruggini tra i flutti e il fondale: solo io so che ne sopravvive qualche trave ormai mucida.
Nell’orizzonte: barche a vela e un peschereccio ancorato.
Il vulcano rispetta la festa e la musica, e non batte il proprio ritmo; almeno per oggi.
