Preparare una torta tropicale (Kate Chopin, «Il risveglio»)

Adèle Ratignolle è grande, morbida, bella, avvolta armoniosamente nei suoi abiti ondeggianti e nella sua vita col marito, i bambini, i lavori di cucito, gli amici, la società agiata di New Orleans, le vacanze sul promontorio. Invece Edna Pontellier è argentea. Sottile, introversa, inquieta, più seducente che bella, «legata ai figli in modo capriccioso, impulsivo. Ora se li stringeva appassionatamente al cuore; ora li dimenticava». Sono le due protagoniste femminili de Il risveglio di Kate Chopin, un libro che fece scandalo (uscì nel 1899) e che narra la storia della ribellione di Edna. Edna e Adèle siedono sulla spiaggia (sono le prime villeggiature al mare) chiacchierando. Edna non rivela all’amica tutto quello che ha in testa, ma le lascia intuire molto. Eppure, il signor Pontellier copre la moglie di attenzioni e di dolci; i bambini sono belli e affettuosi. Il giovane Robert Lebrun è gentile e le offre compagnia, complicità, galanteria. Adèle Ratignolle, tornando verso casa dalla spiaggia, si appoggia al braccio del giovanotto: «Fatemi un piacere, Robert… Lasciate stare la signora Pontellier… Lei non è come noi. Potrebbe commettere il grossolano errore di prendervi sul serio». E lui: «Non c’è una sola possibilità che la signora Pontellier possa prendermi sul serio».

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Arrivano al cottage. Premurosamente Robert si offre di andare a prendere in cucina una tazza di bouillon per Adèle; ed egli stesso le porta il bouillon dorato, «in una tazza elegante di Sèvres, con un paio di gallette croccanti sul piatto».
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Alcune settimane dopo, nel salone splendente aperto sul golfo del Messico, tutti i villeggianti partecipano a una festa. Adéle, che aspetta un altro figlio, suona il piano. Edna balla con il marito, con il signor Ratignolle, con Robert. I bambini corrono qua e là. Rami di arancio e di limone ornano le pareti.

«Il gelato fu servito assieme a un dolce – un dolce d’oro e d’argento – sistemato su piatti ovali, in strati alterni; era stato preparato e messo in ghiaccio nel pomeriggio da due cameriere negre, sotto la supervisione di Victor. Fu un grande successo: sarebbe stato eccellente se solo ci fosse stata un po’ meno vaniglia o un po’ più di zucchero, se fosse stato un po’ più ghiacciato, e se il sale fosse stato messo in proporzioni diverse».

Se, se, se… il dolce sarebbe stato perfetto.
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TORTA TROPICALE, Louisiana 1890

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Ingredienti
220 grammi di farina
220 grammi di zucchero
110 grammi di burro
2 banane
un cucchiaio di scorza di limone grattugiata
2 uova
4 cucchiai di latte
mezzo cucchiaio di essenza di vaniglia
un cucchiaio di lievito in polvere
una presa di sale
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Per la copertura
450 grammi di zucchero a velo
mezzo cucchiaino di sale
110 grammi di burro
una banana schiacciata
2 cucchiai di rum
confettini dorati e argentati
Mettere nella terrina burro, scorza di limone, zucchero, vaniglia; batterli fino a ottenere un composto soffice. Aggiungere le uova e incorporarle bene nel composto. Setacciare farina, lievito e sale; schiacciare le banane. Aggiungere al composto di uova gli ingredienti asciutti (farina, lievito e sale) in tre volte, alternandoli alla banana schiacciata e al latte. Battere energicamente e versare il composto in due stampi imburrati di circa 20 centimetri di diametro. Cuocere in forno a fuoco moderato per 25 minuti. Far raffreddare le torte, metterle una sull’altra farcendole e, quindi, glassare.
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La glassa e il ripieno
Battere zucchero, sale e burro fino a ottenere un amalgama lucido e liscio. Unire gli altri ingredienti e battere ancora finché la miscela sarà omogenea. Con essa spalmare la superficie delle due torte sovrapposte, ottenendo così un dolce farcito; e ricoprire poi, sempre con la glassa, l’intera torta. I bordi e il «tetto» della torta si possono decorare con mini-confetti dorati e argentati. Servire freddo.
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(Da Oretta Bongarzoni, «Pranzi d’autore», Editori Riuniti 1994, pp. 28-32)


AGGIORNAMENTO, 18/11/2022

Torna in libreria Pranzi d’autore, grazie a minimum fax. Una nuova edizione delle ricette letterarie di Oretta Bongarzoni. Di Pranzi d’autore ho scritto così tanto, su questo sito, che non riesco ad aggiungere altro. Sono felice di avere trovato un editore che lo riproponesse. Voglio solo festeggiare.