«L’autobiografia, la scrittura che il vivente fa di se stesso, la traccia propria del vivente, l’essere per sé, l’auto-affezione o l’auto-infezione come memoria o come archivio del vivente, sarebbe un movimento immunitario (quindi un movimento di salute, di salvataggio e di salvezza del salvo, del santo, dell’immune, dell’indenne, della nudità verginale e intatta), ma un movimento immunitario col pericolo sempre presente di diventare auto-immunitario, come ogni autos, ogni ipseità, ogni movimento automatico, automobile, autonomo, auto-referenziale. Non c’è niente che rischi di essere più velenoso di un’autobiografia, velenoso prima di tutto per sé, auto-infettivo per il presunto firmatario così auto-affetto».
Jacques Derrida, L’animale che dunque sono.