Andrea Cortellessa (Tuttolibri) su Mio padre la rivoluzione

Tuttolibri/La Stampa del 9 dicembre 2017 ha pubblicato una recensione di Andrea Cortellessa a Mio padre la rivoluzione.

[Una versione più lunga dell’articolo è uscita su Le parole e le cose il 19 gennaio 2018].

A impressionarmi non è solo l’apprezzamento critico, il cui valore lascio immaginare a chi legge questo post, ma anche la capacità di comprendere, del testo, le forze dalle quali è scaturito, ossia la mia, oserei dire le nostre vite in questo tempo storico.

«I percorsi alternativi della storia, questi futuri mai passati (è di Orecchio un conio irresistibile, “disavvenire”) sono (…) in chi è “prigioniero del tempo presente”, il segno, o il sogno, di una storia che davvero poteva essere diversa (come dice lo splendido racconto su Abraham Plotkin, o quello commovente su Rosa Luxemburg). C’è una volontà di sapere ostinata e struggente in chi, da “ritardatario in anticipo”, riconosce la propria “estraneità” alla storia del secolo più sanguinario e fiero e terribile della storia ma sa di essere, pure, in tutti i sensi suo “figlio”. È una fedeltà, accorata quanto severa, a quella storia che parrebbe sovvertita: città distrutta ma anche ricostruita, una magnifica pagina dopo l’altra. Con pietà pari alla spietatezza, con speranza figlia della disperazione».

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