Ne «Il sol dell’avvenire» ci avrei visto bene Di Vittorio

Buongiorno, ho letto in giro tante opinioni sull’ultimo film di Nanni Moretti, chi l’ha apprezzato, chi no, ma comunque se ne parla molto e questo è già un sintomo che il film molto contiene, sennò mica se ne parlerebbe. Anch’io ho visto “Il sol dell’avvenire” e l’ho apprezzato, quindi, per quel che vale, consiglio di vederlo. A meno che non si appartenga alla categoria degli allergici a Moretti. Scopro che esiste questa categoria e rispetto chiunque ne faccia parte, ma certo fatico a comprenderla, perché ho sempre stimato Moretti anche al di là del suo cinema, o meglio anche per i frammenti etici e politici che ha disseminato nella sua filmografia, restituendomi un punto di vista contrario alla mentalità prevalente nel mio Paese (“le parole sono importanti”, tanto per dire). Quindi per me Moretti, non mi vergogno a dirlo, è stato un “fattore educativo”, una specie di pedagogo.

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Dopo questo dialogo hanno chiuso Chat GPT

L’ho pubblicato il 23 marzo su Nazione Indiana. Pochi giorni dopo il Garante della privacy ha bloccato Chat GPT-3 e altre applicazioni OpenAI in Italia. I dati personali di D.O., i suoi sogni e le sue paure fittizie avranno influito sulla decisione? 😉 😉

D.O. Una notte ho fumato un PDF così pesante che mi ha dato alla testa e sono svenuto e caduto in un sogno dove un MOBI uccideva un EPUB, lo squartava proprio con un reader affilato da un fabbro in Giappone, e l’EPUB, dissanguato, moriva, perdeva le proprie parole come larve da una pancia d’insetto, addome di mosca gravida lacerato da un bambino crudele, e l’ultima frase pronunciata dall’EPUB in punto di morte non era nemmeno “fine”, ma “ti è piaciuto?”.

Chat GPT-3 Mi dispiace sentire che hai avuto un’esperienza sgradevole. Ci tengo a sottolineare che i sogni sono il frutto della nostra mente e spesso possono essere influenzati da ciò che abbiamo visto, sentito o vissuto durante la giornata. Potrebbe essere che il tuo sogno sia stato influenzato dalla lettura di ebook o dalla tua esperienza con i diversi formati di file. In ogni caso, se hai avuto problemi di salute legati al tuo presunto consumo di PDF, ti consiglio di rivolgerti a un medico per una valutazione adeguata.

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Su «Cassandra a Mogadiscio» di Igiaba Scego

Ho letto, sottolineato, annotato per una decina di giorni Cassandra a Mogadiscio, il nuovo libro di Igiaba Scego. Poi l’ho posato sul mio tavolo. Poi me ne sono andato in giro nelle mie giornate, nel lavoro, nelle perdite di tempo, ma dedicandogli sempre uno scompartimento dei miei pensieri; pensieri che adesso ho provato a organizzare negli appunti che ho pubblicato su Nazione Indiana.

Quando qualcuno evoca la parola “storia”, penso subito a biblioteche e archivi, a carte, documenti e libri, a parole scritte e tramandate: parole come pilastri, carte come mattoni sui quali edificare, appunto, una storia (e una lingua, e uno stile). Ma non sempre si può disporre di un archivio, di un lascito familiare, di un deposito genealogico, di lettere o diari preziosi.

Questo libro – è la mia impressione – risolve con ammirevole sapienza il problema delle fonti, ossia del metodo d’indagine (e l’autrice è lei stessa fonte) e il problema della forma, ossia di un’architettura narrativa che trasmetta la voce della memoria. Poi ci sono molti altri temi altrettanto importanti, ho provato ad accennarli nel pezzo.

«Come d’aria», il libro stoico di Ada d’Adamo

«I don’t see the point of privacy.
Or rather, I don’t see the point of leaving testimony in the hands or mouths of others.»
Harold Brodkey, This wild darkness

Scorre da decenni nella letteratura occidentale – diciamo dal tardo Novecento a oggi -, una corrente memorialistica, intima, per quanto possibile onesta che dà voce al racconto autobiografico della malattia, a volte propria, a volte di una persona cara e amata. Forse dovrei precisare che questa voce nasce da un bisogno, nella psiche e nel corpo, di tirare fuori il dolore da sé, di renderlo altro da sé, esterno nella pagina scritta, enunciato, procreato, partorito ottenendo un lieve, per quanto illusorio, distacco. Oppure il bisogno è di lasciare una testimonianza, la propria, quindi disintermediata rispetto a qualsiasi eredità testimoniale raccolta da altri.

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