Che “Storia aperta” sia stato selezionato nella dozzina del Premio Strega è notizia (per me inaspettata) di ieri, 31 marzo, dunque non è un pesce d’aprile. Sono grato al Comitato direttivo per averlo candidato, a Martina Testa per averlo segnalato al Premio, all’editore Bompiani per averlo pubblicato e a Giulia Pietrosanti, la mia agente, per il sostegno al mio lavoro.
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Un Dio con l’Alzheimer
«… si rende conto che, se nessuno ricorda, allora tutto è possibile. Se nessuno ricorda diventa equivalente a Se Dio non esiste. Se Dio non esiste, dice Dostoevskij, allora tutto è possibile. Dio si rivelerà nient’altro che una grande memoria immagazzinata. Memoria dei peccati. Una nuvola con infiniti megabyte. Un Dio che dimentica, un Dio con l’Alzheimer ci esonererebbe da tutti i nostri obblighi. Senza memoria, nessun crimine».
Georgi Gospodinov, Cronorifugio, Voland 2021, pp. 71-72, traduzione di Giuseppe Dell’Agata.

Pubertà
«In sostanza tutta la mia pubertà può essere descritta attraverso la situazione politica degli anni ’80.
Primo bacio a una ragazza.
Muore Brežnev.
Secondo bacio (a un’altra ragazza).
Muore Černenko.
Terzo bacio…
Muore Andropov.
Sono io che li ammazzo?
Primo goffo amplesso nel parco.
Černobil».
Georgi Gospodinov, Fisica della malinconia, a cura di Giuseppe dell’Agata, Voland, Roma 2013.
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