Sto contro il non scritto

Ne capisco poco e più che altro associo impressioni del mondo, ma sto contro il non scritto: dove tutto sbiadisce. Il non scritto odia l’altro da sé. C’è solo il non scritto, che è la vestaglia del mondo. Senile inclina al dimenticare i fatti vecchi e i recenti e, con lo sdraiarsi distratto sul mondo come su un divano che è un ippopotamo invece, il non/scritto sequestra la storia degli uomini che si fa occulta. È il tono dell’amnesia, quando le gesta diventano un coma. L’ambizione ora vegeta. Le fidanzate scolorano; le madri stingono. Il nonscritto, che è esangue, è il contrario del rosso e nei suoi barlumi sviene la vita, manca memoria, difetta l’essere. Non si può dire «io sono», nel bianco. Persino i nomi s’ammosciano. Le tasche si bucano. I biglietti si perdono. Restano pochi biglietti, e il loro inchiostro è divorato dal bianco. Se su quei biglietti abbiamo annotato numeri di amici, concetti, vedute, programmi, ora li perdiamo per sacrificio al nutrimento del bianco, e ci scapitiamo e smarriamo nel coricato sul foglio, come su un trono, colore non scritto.

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Oggi il meteo dà una perturbazione di nichilismo sull’intera Penisola da qui al Duemilaventuno; dal Ventidue subentra un anticiclone di qualunquismo. Capita quando le cose vecchie muoiono e le cose nuove abortiscono. Ma è normale che accada nel dominio nonscritto.

Tarcisio Tarquini su Com.Unità

Tarcisio Tarquini recensisce Stati di grazia sul suo (nuovissimo) blog Dettagli a parte, ospitato dall’Unità.

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«Stati di Grazia é un libro importante destinato a durare. Non è una lettura facile, che si possa fare con un occhio solo e l’altro rivolto all’orologio, con il pensiero di far quadrare i conti delle nostre giornate. Richiede anche al lettore di essere in “stato di grazia” e dimostra che la letteratura che conta non aiuta nel mestiere di far quadrare i conti. Semmai, essa aggiunge numeri, cifre, simboli, impegnandosi a gara con la storia, che fa lo stesso. “Stati di grazia” sono quelli che permettono a Orecchio di ricostruire le vite dei suoi personaggi che la storia ha dissipato o sterminato; sono le epifanie che li fanno riapparire in luoghi inaspettati, mentre lo scrittore, un intruso, finalmente comprende con uno sguardo vasto, d’insieme, quanto accade nel mondo, il suo prima e il suo dopo, il suo svolgersi. Non anche il perché.»

IL RESTO QUI.

Inizia il processo Montesi, nessuno sa come andrà a finire

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Dall’archeologia di A.O. : “Il processo Montesi comincia oggi, e noi non sappiamo come andrà a finire. L’attuale società italiana è così fatta, che tutto in realtà può succedervi”. Continua a leggere “Inizia il processo Montesi, nessuno sa come andrà a finire”