Il Domenicale del 19 novembre pubblica una recensione di Filippo La Porta a Mio padre la rivoluzione. Qui resto senza parole e grato, anche per il rilievo dato al capitolo sul Partigiano Kim, per me niente affatto secondario.
«Il libro è uno straordinario racconto del mito politico più pervasivo della contemporaneità. (…) Un personalissimo reportage immaginativo, la cronaca fedele di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere».
Un «lavoro sapiente di collage, e poi una lingua vibrante, ricca degli umori più diversi (a volte quasi cronachistica e a volte liricheggiante)».
«In questa rilettura partecipe e insieme straniante del mito Orecchio ci permette di non monumentalizzare la Rivoluzione ma di assumerla come evento capace di dialogare con il nostro presente e i suoi conflitti».
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