«Se Berlusconi scrivesse poesie» (Luigi Di Ruscio, 2007)

Credo che fosse il 2007. Luigi Di Ruscio venne a Roma per presentare il suo volume di Poesie operaie (Ediesse). Un giorno di primavera alla Casa delle Letterature. L’accompagnava il suo Angelo “custode” Ferracuti. Intervistai Di Ruscio per il video qui sotto, realizzato da Carlo Ruggiero. Fu amore a prima vista per l’uomo, la sua ironia, la sua lingua. A un certo punto ci disse, suppergiù:

“Mi sono posto il compito di essere poeta e basta, non poeta operaio. Ma certo la vita che ho fatto mi ha modificato. Non potrei scrivere poesie come un direttore di banca. Oppure, che so, se Berlusconi scrivesse poesie, non so che poesie potrebbe scrivere…”

E, su quest’immagine appena creata da Di Ruscio, scoppiammo tutti a ridere: Berlusconi che scrive poesie… Chissà cosa scriverebbe. Magari le scrive.

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Placido Rizzotto

Questo video qui è un estratto da un documentario che mettemmo insieme con Carlo Ruggiero qualche anno fa. Veramente il doc lo fece tutto lui. Io ci misi solo una mezza idea e qualche domanda. Scendemmo in Sicilia e intervistammo lo storico Francesco Renda. Con l’aiuto dell’Aamod e di Guido Albonetti recuperammo materiali d’archivio da pelle d’oca (un Ignazio Buttitta che come un cantastorie spiega la mafia e la violenza in Sicilia). Andammo a Portella. Andammo a Corleone, dove Dino Paternostro ci spiegò come avevano ucciso Placido Rizzotto. Pasquale Scimeca ci concesse, con generosità, una scena del suo film su Rizzotto. Alla fine forse qualcosa riuscimmo a spiegare, su cosa voleva dire fare i sindacalisti in Sicilia negli anni 40 e 50, non in trincea contro la mafia ma già nella terra di nessuno.