Giuseppe Giglio, FuoriAsse, su Stati di grazia

Su FuoriAsse, 11, aprile 2014, Giuseppe Giglio recensisce Stati di grazia (SPOILER):

«Si era capito subito, con il folgorante esordio del pluripremiato Città distrutte. Sei biografie infedeli (Gaffi, 2012), che Davide Orecchio fosse un narratore di felice immaginazione. Ed è tanto più felice, quell’immaginazione, se si pensa alle radici dello scrittore romano (che affondano in un fertile humus storico), alla sua capacità di tradire gli eterogenei materiali d’archivio compulsati per inventare personaggi più veri della realtà stessa. Sotto la lente della letteratura: di quella finzione che smaschera altre finzioni, che svela destini che la Storia nasconde, che dà nuova vita a memorie distorte, oltraggiate, violentate.

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Giuseppe Giglio su Città distrutte

Giuseppe Giglio, L’immaginazione che rende giustizia al vero, La Sicilia, 18 luglio 2012.

«Leggere una pagina di Cechov è come mettere l’occhio su un vetro nitidissimo e guardare sotto scorrere la vita», diceva la Ortese. E si vede proprio scorrere la vita, a posare l’occhio sulle pagine di Città ditrutte. Sei biografie infedeli (Gaffi), dell’esordiente Davide Orecchio. Racconti infedeli, come recita il sottotitolo: perché Orecchio, narratore con solide basi storiche, ha compiuto un felice tradimento sugli eterogenei materiali d’archivio compulsati. Si è cioè mosso tra documenti e immaginazione, i documenti aiutando a rendere probante l’immaginazione, per dirla con Sciascia. Sotto la lente della letteratura, ovvero di una finzione che smaschera finzioni: per mostrare la vita vera, vissuta. E Orecchio prova a raccontare l’uomo inventando, costruendo biografie (vengono facilmente in mente Lazzarillo de Tormes, Borges, Bolaño). Nel segno del debenedettiano personaggio-uomo: quello che a ciascuno di noi sempre può somigliare. E che il narratore restituisce con un’azzeccata metafora, la città distrutta: «Certo, sono una città distrutta. Se Dio vuole, la storia è fatta di città distrutte e poi ricostruite», confessa la poetessa Betta Rauch (che scrive tutta la vita, senza pubblicare nulla), uno dei personaggi che animano il vividissimo teatro della memoria di Orecchio. Il quale pone i propri personaggi, le loro vite, davanti alla Storia. Ed essi ne escono sconfitti, devastati, inadeguati, irrisolti. Continua a leggere “Giuseppe Giglio su Città distrutte”