La Resistenza a Roma. Vivere per raccontarla

Un mio incompleto percorso nella letteratura e memorialistica della Resistenza romana.

“Perché si racconta una storia? Forse per poterla capire. La scrittura narrativa parte spesso da quel bisogno lì. Comprendere cosa è successo mentre lo si racconta. Comprenderlo grazie al racconto. Ma ci sono storie e storie. Alcune sono talmente esemplari, feroci, stupefacenti e memorabili che non le si capirà mai fino in fondo, né le si vorrà dimenticare. Allora il racconto dovrà essere trasmesso di voce in voce, di scrittura in scrittura, di generazione in generazione.

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Argentina ieri, oggi, domani

I libri sono come la frutta. Come i vitigni, come gli ulivi. Hanno bisogno del clima giusto per nascere e germinare. Senza condizioni ambientali favorevoli, non potrebbero essere pensati né scritti. Su Alias del Manifesto, che ringrazio per ospitalità e copertina, ragiono su alcuni libri nati nel passato recente e più lontano dell’Argentina, da Marta Dillon a Ricardo Piglia, e su quali libri potranno nascere nel brutale “regno” di Milei. L’articolo si può leggere qui, o anche in pagina, con la bella copertina e le illustrazioni (penso che ne valga la pena)

È il 24 marzo, anniversario del Golpe. Esattamente 10 anni fa pubblicavo il mio romanzo ‘argentino’, Stati di grazia. Anche quel libro, ‘si parva licet’, figlio di un clima. Nel pezzo ne ricostruisco la nascita, e ricordo le persone e i luoghi che lo ispirarono. Non avrei mai immaginato di farlo in un tempo così radicalmente cambiato.

Girolamo De Michele (il Manifesto) su Mio padre la rivoluzione

Il Manifesto del 21 novembre ha pubblicato un bel pezzo di Girolamo Di Michele su Mio padre la rivoluzione.

«Romanzo in forma di racconti, il libro di Orecchio ripete a ogni pagina che ciò su cui non si può tacere, si deve narrare. E narrando se stesso, ci dà le chiavi, o almeno alcune, per aprire le porte di una Rivoluzione che non è passata perché sta ancora passando».

SEGUE QUI.

Riccardo De Gennaro (Alias/il Manifesto) su Mio padre la rivoluzione

Alias, l’inserto culturale del Manifesto, il 12 novembre ha pubblicato una recensione di Riccardo De Gennaro a Mio padre la rivoluzione, dove, mi pare, l’unica riserva riguarda Cast, il blocco centrale di citazioni storiche e storiografiche.

Ma, per il resto, De Gennaro rileva «la magia di una narrazione felicemente sostenuta da una scrittura ricercata e immaginifica, irruente ed evocativa […]. Ciò che preme a Orecchio è spogliare la rivoluzione dei suoi luoghi comuni, ripulirla dalle scorie della retorica del socialismo reale, lasciarsi alle spalle i propri entusiasmi giovanili…».