La morte di Stalin e un Borghese non adesivo

La copertina del Borghese di Leo Longanesi
La copertina del Borghese di Leo Longanesi

«L’agonia fu terribile e si svolse sotto gli occhi di tutti. All’ultimo momento mio padre aprì gli occhi e girò lo sguardo su tutti i presenti. Fu uno sguardo spaventoso, quasi folle, pieno del terrore che gli ispiravano la morte e i volti sconosciuti dei medici che gli si affollavano intorno. E in quello stesso momento egli sollevò la mano sinistra (che poteva ancora muovere) per indicare qualcosa in alto o forse per minacciarci tutti. Fu un gesto incomprensibile e terribile che non so capire, ma che non posso dimenticare. Conteneva una minaccia, ma non sappiamo a chi fosse rivolta… L’attimo dopo la sua anima si staccava dal corpo».

Svetlana Alliluieva citata da Dmitrij Antonovič Volkogonov, Trionfo e tragedia: il primo ritratto russo di Stalin, Mondadori, Milano 1991, pp. 612-613:

Erano le 9 e 50 del 5 marzo 1953.

«La bara con la salma di Stalin fu portata nella cripta del mausoleo, nella piazza Rossa, e collocata accanto a quella di Lenin. La notte, il nome del dittatore fu dipinto accanto a quello di Lenin, sul muro esterno del mausoleo. Ma in seguito il suo corpo sarebbe stato espulso dal sacrario e il suo nome cancellato. I posteri, ossessionati dalla personalità di Stalin e perplessi di fronte all’eredità del suo sistema, ma ancora incapaci di padroneggiarlo e di superarlo, per il momento non cercavano altro che di cancellare dalla propria mente il ricordo del dittatore».

Isaac Deutscher, Stalin. Una biografia politica, Longanesi, Milano 1969 (nuova edizione), pp. 876-77.

Per approfondire.

Trockij in the sky with diamonds

Un tempo, molto tempo fa, mi stava simpatica l’Urss, l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche. Mi stava simpatica ma non ci sarei mai andato a vivere. Diciamo che mi stava simpatica da lontano. Mi piaceva studiarla. E naturalmente studiandola prendevo tutto il pacchetto: la rivoluzione, i politici rivoluzionari, gli artisti rivoluzionari, i mugicchi massacrati, gli ebrei massacrati, i polacchi massacrati, i poeti massacrati, i gulag. Era proprio l’insieme, il pacchetto, a ispirarmi tanta empatia per l’Urss. Amavo l’Urss per le sue sofferenze.

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