Il mio paese

Mi succedeva e capita ancora, quando viaggio lontano dal mio paese, che mi dicano Da dove viene? L’Italia? Certo, l’Italia, è messa proprio male. – E io annuisco, do loro ragione, anzi la rafforzo con argomentazioni mie.

Ora inizia a succedermi, e mi capiterà ancora, che, quando viaggio lontano da Roma, nel mio paese, mi dicano Sei di Roma? Certo, Roma, è messa proprio male. – E io annuisco, do loro ragione, anzi la rafforzo con argomentazioni mie.

Mi accade anche, quando a Roma dico il quartiere dove io vivo, che loro commentino Certo, il tuo quartiere è messo proprio male. – E io annuisco, do loro ragione, anzi la rafforzo con argomentazioni mie.

Poi capita, quando nel mio quartiere dico la casa dove io abito, che loro commentino Certo, casa tua non è messa bene, non trovi? – E io…

La rappresentazione del lavoro

Visto che malauguratamente, disgraziatamente e infelicemente nessuno più vuole macchine costruite dagli italiani, bulloni forgiati dagli italiani e abiti cuciti dagli italiani, potremmo trasformare tutto questo lavoro che nessuno più desidera (a cominciare dagli italiani che non lo acquistano, non lo pagano, non lo assumono, non lo commissionano) in una rappresentazione del lavoro. Portare il mondo del lavoro italiano sotto la supervisione dell’Ente teatrale italiano, dare al lavoro la forma di una sceneggiatura. La messinscena della costruzione di un’auto, di milioni di auto che nessuno guiderà. La simulazione della tessitura d’un abito che nessuno indosserà. L’allestimento di una catena di montaggio. La scenografia di una fonderia. Continua a leggere “La rappresentazione del lavoro”

La parte più debole

L’attentato alla scuola di Brindisi sabato e il terremoto padano domenica sembrano non avere nulla in comune a parte la quasi simultaneità e il nostro sgomento. Eppure una cosa in comune ce l’hanno e la mostrano con crudeltà: dall’aggressione di un mostro, o di un pazzo o di un mafioso e dal colpo d’artiglio di una natura selvaggia e indomabile esce ancora più prostrata la parte debole del nostro paese.

La parte debole e già senza pelle dell’Italia viene assassinata nei giorni tra il 19 e il 20 maggio dopo 18 anni di strangolamenti berlusconiani e nell’era dell’asfissia da governo tecnico, un governo che per cultura e obiettivi si mostra del tutto insensibile alle ragioni dei deboli.

Questa non è retorica. Restiamo ai fatti. Continua a leggere “La parte più debole”

L’Italia

L’Italia è un paese a forma di stivale dove ragazzine di 16 anni muoiono nella scuola Falcone, mentre chi bacia Riina campa fino a 90 anni.

(compagni agnelli, è tempo di andare contro natura e mettere in fuga i lupi)

Possiamo essere tutti prigionieri di assassini?