Massimo Onofri sulla Fanciulla

Su Avvenire del 15 marzo è apparsa una bella recensione di Massimo Onofri a Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani). Ne sono onorato.

«Ancora una volta Davide Orecchio ci ha anticipato e sorpreso. Siamo infatti, lo si è capito, all’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale: là dove i robot sono ormai umanizzati, provano sentimenti, desiderano, soffrono e si commuovono, svengono persino, mentre gli umani sembrano affetti da sempre più accentuate forme di disamore, anche e soprattutto nei confronti di sé stessi.»

«Se il mondo è nel caos, se tutti i valori che un tempo lo governavano sono stati nullificati, se ogni simbolo ha perso di senso, non resta che ritornare alla vita che ora si presenta molteplice, multiforme e multanime e riconsegnarcela attraverso le tante stupefacenti storie di cui LB è testimone. In fondo basta poco: soltanto dell’inchiostro e un calamaio.»

Daniele Giglioli sulla Fanciulla

È uscita una recensione d’autore a Lettere a una fanciulla che non risponde (Bompiani). La firma Daniele Giglioli – acuto e profondo come sempre, e che ringrazio – sulla Lettura/Corriere della Sera del 10 marzo.

«Il tema della macchina senziente è antico come la fantascienza, e ha dietro di sé il mito di Pigmalione. Orecchio, però, lo declina con grande originalità. Lettera dopo lettera, il robot diventa uno scrittore di ampio respiro, capace di spaziare generosamente dalle sue pene d’amore alle storie di altri subalterni come lui.»

«Scenari epici, capacità di aprirsi al dolore degli altri, crescente senso della dignità: i polisindeti a perdifiato e la ricchezza lessicale strabordante che caratterizzano da sempre la scrittura di Orecchio hanno trovato qui una motivazione più intima, più persuasiva, meno condiscendente al proprio stesso spumeggiare, di quanto non accadesse nel suoi pur notevolissimi lavori precedenti.»