Ad Alatri, ospite di Tarcisio Tarquini e presso l’associazione Coworking Gottifredo, in un bell’incontro con lo scrittore Andrea Melone, ho provato a spiegare Trockij, il fantasma e messia di Mio padre la rivoluzione (come l’ha definito Melone), l’eroe del what if e personaggio che mi è servito, in quasi tutti i capitoli del libro, a raccontare i cortocircuiti, i fallimenti, gli appuntamenti mancati, le sconfitte. Non so se ci sono riuscito ma, come spiegano le foto scattate dagli organizzatori del Coworking, ci ho provato.


Ho provato a spiegare alcune cose anche in questa conversazione con Gabriele Sabatini pubblicata da Flanerì alcuni giorni fa.
Se non bastano le mie parole, e in fin dei conti il lavoro, il libro, c’è poi una bella recensione di Sara Camaiora su Mangialibri.
«L’operazione che compie questo singolare autore è complessa e ammirevole. Attraversa la storia riscrivendone alcune parti, cancellando cose avvenute e immaginando un andamento diverso, oppure rielaborando fatti accaduti realmente.
Mio padre la rivoluzione va saputo capire, metabolizzare, ma rappresenta sicuramente un unicum nel panorama letterario nostrano. Per ricerca, per originalità. Per lo stile, con echi classicheggianti e stilemi ellenici intarsiati da un linguaggio aulico e elaborato. Per la capacità di unire storia e letteratura, regalandoci visioni “altre” e nel contempo facendoci riscoprire il passato».
Segnalo poi due appuntamenti:
– il 26 gennaio una presentazione a Torino, con Davide Franchetto e Danilo Zagaria, libreria Pantaleon, h 19.00.
– il 28 gennaio, a Milano, un incontro su storia e letteratura con Helena Janeczek, Giacomo Raccis, Andrea Tarabbia, Filippo Tuena, «Writers», Frigoriferi Milanesi, h 14.30.