Ringrazio il Festival Grisù e Lo Spazio Letterario per l’invito.
La Resistenza a Roma. Vivere per raccontarla
Un mio incompleto percorso nella letteratura e memorialistica della Resistenza romana.
“Perché si racconta una storia? Forse per poterla capire. La scrittura narrativa parte spesso da quel bisogno lì. Comprendere cosa è successo mentre lo si racconta. Comprenderlo grazie al racconto. Ma ci sono storie e storie. Alcune sono talmente esemplari, feroci, stupefacenti e memorabili che non le si capirà mai fino in fondo, né le si vorrà dimenticare. Allora il racconto dovrà essere trasmesso di voce in voce, di scrittura in scrittura, di generazione in generazione.
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“Left” su Lettere a una fanciulla
Left parla di Lettere a una fanciulla che non risponde in un articolo di Rosita Mercatante.
«Immagino che Calvino de Le città invisibili avrebbe accolto con grande interesse Lettere a una fanciulla che non risponde, l’ultimo romanzo – sorprendente, va detto subito – di Davide Orecchio (edito da Bompiani), dove il protagonista è un robot, ovvero una macchina che scrive lettere d’amore. Non corrisposte. L’intelligenza artificiale che interpreta un sentire umano perduto per sempre in questo mondo capovolto e probabilmente senza speranza alcuna se non quella di restare, finché durerà, in questa posizione. A faccia in giù, senza risposta.»
Una laurea per Estela Carlotto
Oggi Estela Carlotto, presidente dell’Associazione delle “Abuelas de Plaza de Mayo”, ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Lingue e letterature per la didattica e la traduzione all’Università degli Studi Roma Tre. Qui sorride al termine di una Lectio Magistralis commovente e applauditissima. “Non chiamateci eroine. Non lo eravamo. Eravamo madri e nonne” che cercavano verità e giustizia per le figlie e i figli desaparecidos e per i nipoti “rubati”, ha detto. E ha promesso, 93 anni d’età, che la sua battaglia della memoria, e per verità e giustizia, prosegue. Anche nell’ostile regime di Milei. Del resto una donna che ha affrontato Videla come potrebbe avere paura di Milei? È stata una mattinata indimenticabile, ed è anche motivo di orgoglio che un ateneo italiano, romano, l’abbia resa possibile.

