Anche questa è andata

horcynus

Non è stato facile arrivare a (né tornare da) le alture di Trevi e Arcinazzo per una pioggia e una nebbia che avrebbero intimorito lo stesso ‘Ndrja Cambrìa dell’Horcynus Orca che si festeggiava lassù

ma la missione è compiuta, le strade percorse con le curve, le salite e le discese ripide e le parole sono state ascoltate: di un bel convegno, di una festa piena di magisteri, di pagine darrighiane, di tributi.

Anche questa è andata per aver ascoltato i mille aneddoti di Moshe Kahn, quasi mezza vita dedicata al progetto di tradurre Horcynus (1979 – 2014), nove revisioni, una sapienza e perizia sbalorditive nelle scelte.

Anche questa è andata per il racconto/gioco che ho offerto (piccolo viaggio tra Horcynus, Fenoglio, Calvino).

Dalla città alla montagna al mare dell’orca alla città.

Alla notte. Al riposo.

We are family

Ecco la lista dei miei amici mancati. La famiglia immaginaria.

Avrei voluto che, a 10 anni d’età, Huckleberry Finn fosse stato al mio fianco. A 17 quel posto l’avrei regalato al grande Meaulnes e al giovane Holden. A 20 a Ulises Lima e Arturo Belano. Verso i 30 anni ecco che mi accompagno a Swann. Nei 40: Bernardo Soares, Pierre Bezuchov e Klara Sax. Klara Sax resta anche a 50 e a 60. Klara Sax mi piace, è più di un’amica.

Sul trono del padre siede ancora lui: Bezuchov. La madre che metto al mondo è Hannah di “Michael mio”.

Se poi nel mio mondo ci fosse stato un Dio, avrei voluto un Dio creato da Kurt Vonnegut; un Dio tollerante che avesse consentito ribellioni contro la realtà, controrealtà.

Come sorelle le “Piccole donne”. Come fratelli i partigiani di Beppe Fenoglio.

E le sue parole, se questo mondo di amici fratelli e sorelle fosse esistito, avrebbero obbedito allo stile di Parise e di Borges. Uno stile sole e uno stile luna. Sole e luna servono anche al mondo che non c’è.