Il post del desiderio

Ho pubblicato su Nazione Indiana un articolo per il Primo maggio. Dove torno a parlare dei viaggi in Molise di alcuni anni fa tra contadini, braccianti, ottuagenari, centenari – i testimoni; custodi di scioperi alla rovescia, occupazioni di feudi e latifondi, scaramucce coi fascisti -, e di quello che mi sta capitando di recente.

Non è nemmeno una vera malattia, la mia

«Dolori non ne ho, neppure febbre. Non è nemmeno una vera malattia la mia. Quasi me ne vergogno di parlarne, e mi è difficile spiegare quello che sento. È stanchezza e irritazione muscolare insieme. Non ho più appetito. Quel poco che mangio lo digerisco male. Stento ad addormentarmi; il mio sonno è breve, inquieto e interrotto. Dentro di me sento una continua ansia. Un nonnulla mi produce o paura o collera. Sono diventato scontroso, attaccabrighe, intollerante, l’orco della famiglia. Non ho più voglia di vedere amici né di uscire. Non c’è più nulla che m’ispiri gioia o interesse».
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Intervista a un operaio Fiat, Fabrizio Onofri. La condizione operaia in Italia. Roma, Edizioni Cultura Sociale, 1956.

Lettera di presentazione, mercato del lavoro #1

Gentile Dottore,
voglia prendere in esame la mia offerta di collaborazione. Come potrà leggere nel curriculum Europass che Le allego, al momento esercito nel settore dei peraccotai. Sì, c’è scritto “peracottaro” (al Settore). Tuttavia l’attività che più amo e so svolgere è vendere il ghiaccio, che smercio in primavera e d’estate. Ma quando viene l’autunno, e poi l’inverno, a nessuno più serve il mio ghiaccio; per questo nei mesi freddi io vendo le pere cotte e le mele. Ad ogni modo col primo caldo o tepore io torno al ghiaccio, che è la mia vera passione; difatti ho condotto per anni un esercizio, anche, di grattacheccaro (veda sempre il curriculum alla pagina due). Ora però – e vengo alla ragione del mio scriverLe – sento crescere in me un desiderio di cambiamento. Lei penserà: “Non è ragionevole! Se ama tanto il ghiaccio, perché cambiare mestiere o anche solo desiderarlo?”. Il fatto è che la realtà non solo circonda come una cornice me e Lei, gentile Dottore, ma ci modifica e bagna come un mare forte e profondo; e ne veniamo su umidi, asciutti mai più. Continua a leggere “Lettera di presentazione, mercato del lavoro #1”