Beckett 1906-2016

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«Non so più quando sono morto. Ho sempre pensato di essere morto da vecchio, verso i novant’anni, e che anni, e che il mio corpo stesse a provarlo, dalla testa ai piedi. Ma questa sera, solo nel mio letto gelato, sento che diventerò ancora più vecchio di quel giorno, quella notte, che il cielo con tutte le sue luci mi cadde addosso, lo stesso cielo che avevo guardato tanto, da quando erravo sulla terra lontana. Perché questa sera ho troppo paura per ascoltarmi imputridire, per aspettare le grandi cascate rosse del cuore, le torsioni dell’intestino cieco senza sbocco, per aspettare che si adempiano nella mia testa i lunghi assassini, l’assalto ai pilastri incrollabili, l’amore con i cadaveri. Mi racconterò dunque una storia, per cercare di calmarmi, e in questa storia sento che sarò vecchio, vecchio, più vecchio ancora del giorno che caddi, gridando aiuto, e che l’aiuto venne».

Samuel Beckett, da “Il calmante”, in Primo amore, trad. it. F. Quadri e C. Cignetti, Einaudi, Torino 1979. Citato in Cees Nooteboom, Tumbas, Iperborea, Milano 2015, p. 65.

Foto: particolare da Roger Pic – Bibliothèque nationale de France, Samuel Beckett 1977.

Libri preferiti (e no) da Samuel Beckett 1941-1956

Reginald Gray, ritratto di S. Beckett, 1961, da en.wikipedia.org

Il blog della Cambridge University Press pubblica una lista dei libri più o meno preferiti da Samuel Beckett tra il 1946 e il 1951. L’elenco risulta dai carteggi dello scrittore (The Letters of Samuel Beckett), il cui secondo volume esce proprio in questi giorni. L’orizzonte è più ampio di quanto si potrebbe immaginare. Ok: ci sono Kafka, Camus, Salinger. Ma anche Jules Verne e Agatha Christie (bocciata).

Immagine: Reginald Gray, ritratto di S. Beckett, 1961, da en.wikipedia.org


Leggere per credere:

  • Andromaca di Jean Racine: “L’ho riletto con grande ammirazione”.
  • Il giro del mondo in 80 giorni di Verne: “Vitale”.
  • Il castello di Kafka: “Mi sono sentito fin troppo a casa – forse per questo ho interrotto la lettura”.
  • Il giovane Holden di Salinger: “Mi è piaciuto da morire. Più di tante altre cose negli ultimi tempi”.
  • E’ un problema di Agatha Christie: “Una Christie molto stanca”.
  • Effi Briest di Theodor Fontane: “L’ho letto per la quarta volta con le stesse vecchie lacrime negli stessi vecchi posti”.
  • Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline.
  • Zanzare di William Faulkner: “Con una prefazione di Queneau che farebbe vomitare uno struzzo”.
  • Lo straniero di Albert Camus: “Provi a leggerlo. Penso che sia importante”.
  • E ancora: Cioran e Octave Mirbeau.

P.S. Post pubblicato alle 11 e 11 dell’11 11 2011.