Su Avvenire del 15 marzo è apparsa una bella recensione di Massimo Onofri a Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani). Ne sono onorato.
«Ancora una volta Davide Orecchio ci ha anticipato e sorpreso. Siamo infatti, lo si è capito, all’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale: là dove i robot sono ormai umanizzati, provano sentimenti, desiderano, soffrono e si commuovono, svengono persino, mentre gli umani sembrano affetti da sempre più accentuate forme di disamore, anche e soprattutto nei confronti di sé stessi.»
«Se il mondo è nel caos, se tutti i valori che un tempo lo governavano sono stati nullificati, se ogni simbolo ha perso di senso, non resta che ritornare alla vita che ora si presenta molteplice, multiforme e multanime e riconsegnarcela attraverso le tante stupefacenti storie di cui LB è testimone. In fondo basta poco: soltanto dell’inchiostro e un calamaio.»

