Oretta Bongarzoni, Roma 1939 – Roma 1995. Laureata in filosofia. Giornalista. Dal 1965 al 1983 redattrice di «Paese Sera».
Tra le sue pubblicazioni: diversi saggi su «Nuovi Argomenti», il racconto in versi Mezzo cervello e mezzo pedale sulla rivista «Periodo ipotetico» (1967); la Guida alle case celebri, Zanichelli 1985; la prefazione a Leonardo Sinisgalli, Furor mathematicus, Ponte alle Grazie 1992; Pranzi d’autore. Le ricette della grande letteratura, (Editori Riuniti 1994), nuova edizione minimum fax 2022.
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Zuppa di mais (João Guimarães Rosa, «Corpo di ballo»)
La vita nel sertão brasiliano, che è il vero protagonista dei romanzi e dei racconti di Guimarães Rosa, è povera e rigidamente sottomessa al caos del destino. Il luogo in cui vive Miguilim (protagonista del racconto omonimo) con il padre, la madre, i fratelli e la nonna, è sperduto in un avvallamento fra gli altipiani. Un luogo di siccità e di piogge che durano mesi («Ahi, che posto triste», esclama spesso la madre).
Certo, è sottilissimo il confine che separa la vita della natura da quella degli uomini: i pavimenti sono uguali ai sentieri, i tetti uguali al fogliame degli alberi; e per un taglio al piede, Dito, il fratello di Miguilim, muore di tetano. Miguilim non vede bene e, grazie al dottor José Lourenzo, scopre il miracolo degli occhiali. Ma sarà durissimo seguire poi il dottore in città, per andare un po’ a scuola e imparare un mestiere.
La mamma mette nella borsa di Miguilim gallina con la farofa, per nutrirsi durante il viaggio; e biscotti croccanti. Ma la farofa non sarà buona come quella mangiata tante altre volte; o come quella di cui parlava il bovaro Jé. Né vi sarà, in città, la zuppa di Siarlinda. «Siarlinda era molto buona, fece granturco bollito con latte e formaggio, per Miguilim. Il bovaro Jé verso sera passò di lì, mangiò anche lui granturco col latte».
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ZUPPA DI MAIS, Brasile 1950.
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Ingredienti
6 pannocchie di mais (o una scatola da un chilo)
mezzo litro di brodo
mezzo litro di latte
50 grammi di burro
un cucchiaio di fecola
sale, pepe
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Bollire le pannocchie, sgranare e tritare il mais, unire il latte e passare il tutto. Sciogliere questo amalgama nel brodo e cuocere per 15 minuti. Aggiungere il burro mescolato con la fecola. Condire con sale e pepe, far cuocere ancora per 5-10 minuti, fino a quando il potage è diventato cremoso.
(Da Oretta Bongarzoni, Pranzi d’autore, Editori Riuniti 1994, pp. 56-58).
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Miguilim è pubblicato in Italia da Feltrinelli.

AGGIORNAMENTO, 18/11/2022
Torna in libreria Pranzi d’autore, grazie a minimum fax. Una nuova edizione delle ricette letterarie di Oretta Bongarzoni. Di Pranzi d’autore ho scritto così tanto, su questo sito, che non riesco ad aggiungere altro. Sono felice di avere trovato un editore che lo riproponesse. Voglio solo festeggiare.
Preparare una torta tropicale (Kate Chopin, «Il risveglio»)
Adèle Ratignolle è grande, morbida, bella, avvolta armoniosamente nei suoi abiti ondeggianti e nella sua vita col marito, i bambini, i lavori di cucito, gli amici, la società agiata di New Orleans, le vacanze sul promontorio. Invece Edna Pontellier è argentea. Sottile, introversa, inquieta, più seducente che bella, «legata ai figli in modo capriccioso, impulsivo. Ora se li stringeva appassionatamente al cuore; ora li dimenticava». Sono le due protagoniste femminili de Il risveglio di Kate Chopin, un libro che fece scandalo (uscì nel 1899) e che narra la storia della ribellione di Edna. Edna e Adèle siedono sulla spiaggia (sono le prime villeggiature al mare) chiacchierando. Edna non rivela all’amica tutto quello che ha in testa, ma le lascia intuire molto. Eppure, il signor Pontellier copre la moglie di attenzioni e di dolci; i bambini sono belli e affettuosi. Il giovane Robert Lebrun è gentile e le offre compagnia, complicità, galanteria. Adèle Ratignolle, tornando verso casa dalla spiaggia, si appoggia al braccio del giovanotto: «Fatemi un piacere, Robert… Lasciate stare la signora Pontellier… Lei non è come noi. Potrebbe commettere il grossolano errore di prendervi sul serio». E lui: «Non c’è una sola possibilità che la signora Pontellier possa prendermi sul serio».
Continua a leggere “Preparare una torta tropicale (Kate Chopin, «Il risveglio»)”Torta di prugne lorenese (Simone de Beauvoir, «Una morte dolcissima»)
«Non credo che mia madre sia stata una bambina felice. Un solo ricordo gaio l’ho udita rievocare: il giardino di sua nonna in un villaggio della Lorena; le piccole susine gialle e le regine-claudie che mangiavano sull’albero, tutte calde di sole. Della sua infanzia a Verdun non mi ha mai raccontato niente… Imbronciata, la voce: riviveva tutto un passato di amarezza.»
“Questa immagine assolata di prugne gialle e viola cotte e mangiate sull’albero dalla bambina, è, appunto, uno dei pochissimi ricordi felici di Françoise de Beauvoir, la madre della scrittrice e protagonista del racconto Una morte dolcissima.”
«Pensare contro se stessi è spesso fecondo; ma per mia madre era un’altra storia: essa ha vissuto contro se stessa.»
“Salvo, forse, quel pomeriggio d’estate in cui, bambina, mangiava le prugne sull’albero.”
