
In due giorni in Molise ho incontrato un preside vitale ed erudito, un libraio formidabile, una giovane giornalista, la leucemia, una popolazione senza il Registro Tumori, che quindi non sa perché s’ammala e muore, due studenti che partiranno, una fabbrica sul mare, una signora che raccoglie e cucina erbe selvatiche, il desiderio del B&B sull’Adriatico, la realtà delle ciminiere sull’Adriatico.
Dieci anni fa (primavera 2003) andai in Molise, chiamato dalla Cgil di laggiù e da Michele Petraroia che la dirigeva, per raccogliere materiali e testimonianze con lo scopo di una biografia su un sindacalista molisano molto amato dalla sua gente: Nicola Crapsi (1899 – 1965). Così amato da sopravvivere in un quadro e da essere esposto come un santo laico ogni primo di maggio, nel corteo che attraversa il suo paese di origine, Santa Croce di Magliano.
Partecipai a quel corteo, il primo maggio del 2003, dentro l’emozione del terremoto che pochi mesi prima aveva colpito il Basso Molise. Nicola Crapsi quel giorno fu portato a braccio fino a San Giuliano di Puglia, dov’erano morti gli alunni di una scuola crollata, attraverso la valle che separa i due centri, accompagnato da una banda spossata dal sole come noi tutti e fino all’epicentro della tragedia, del lutto, delle nuove rivendicazioni. L’ho raccontato qui.
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