Murakami incontra il pubblico

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«Sono ossessionato dal pozzo. E dall’elefante. Dal frigorifero. Dal gatto. E dallo stirare. Non so spiegare perché».

In quest’articolo del Guardian (Haruki Murakami: “My lifetime dream is to be sitting at the bottom of the well”) c’è un resoconto dell’incontro tra lo scrittore giapponese e il pubblico, durante il Festival internazionale del libro di Edimburgo.

«La mia immaginazione è una specie di animale. Quello che faccio è tenerla in vita».

Murakami ha risposto alle domande del pubblico e ha confessato che il suo sogno è sedersi nel fondo di un pozzo, del tutto isolato, e che scrivendo romanzi l’ha potuto realizzare. Quando gli hanno chiesto perché i suoi personaggi siano tutti così tristi, Murakami ha risposto stupito: «Davvero? Non è mia intenzione scrivere di personaggi tristi».

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L’autore del blog Randomwire ha pubblicato in tre pezzi un viaggio fotografico nella Tokyo di Murakami: Gli inizi (randomwire.com/murakamis-tokyo-part-1/), I locali jazz che gestì prima di diventare scrittore a tempo pieno (randomwire.com/murakamis-tokyo-part-2/), I luoghi dove i suoi personaggi s’incontrano (randomwire.com/murakamis-tokyo-part-3/).

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Senza dimenticare
il pozzo
l’elefante
il gatto
il frigorifero
e il ferro da stiro.

Anacronismo di Murakami?

Leggendo 1Q84 del favoloso Murakami Haruki mi sono imbattuto in un dialogo che trascrivo qui sotto:

– Da dove è venuta l’idea per la trama della Crisalide d’aria?
– Mi è venuta dalla capra cieca.
– La parola «capra cieca» è da evitare – disse Tengo. – Meglio dire «la capra non vedente».
– Perché.
– «Cieco» è considerato un termine politicamente scorretto. Se lo usi, tra i giornalisti qualcuno potrebbe avere un lieve mancamento.

Fine della citazione. Per leggere il resto dovete comprare il libro. E’ un dialogo nel quale, ironicamente, Murakami applica le categorie del politicamente corretto a una bestia. La sua collocazione storica, però, m’ha insospettito. Come sappiamo, la vicenda si svolge nel 1984 (e in una dimensione parallela: il 1Q84, appunto).

Ora: se la conversazione coinvolgesse due femministe al Greenwich Village, potrei accettarlo. Ma due ragazzi giapponesi (una di 17 anni e uno di 29) che parlano di “politicamente corretto” con questa consapevolezza, nel 1984? Sorgono dubbi. Continua a leggere “Anacronismo di Murakami?”